Venerdì Santo

Colletta per la Terra Santa: card. Sandri, “occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli”

foto SIR/Marco Calvarese

La tradizionale “Collecta pro Terra Sancta” del Venerdì Santo è “un’occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente da dove, purtroppo, il grido di migliaia di persone che sono prive di tutto, talvolta persino della propria dignità di uomini, continua a giungerci, spezzando i nostri cuori, e invitandoci ad abbracciarli con carità cristiana, fonte sicura di speranza. Senza lo spirito di Cristo il grido del fratello rimane inascoltato e i volti di migliaia di persone meno fortunate restano inosservati”. È quanto scrivono il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri, e mons. Cyril Vasil, arcivescovo segretario, nella lettera inviata a tutti i vescovi del mondo in vista del Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa raccoglie le offerte per la Terra Santa. “Edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue pietre vive, che sono i fedeli cristiani, quindi, è responsabilità di tutte le Chiese particolari della Cristianità, consapevoli che la fede cristiana ha avuto il suo primo centro propulsore nella Chiesa Madre di Gerusalemme”. Nella lettera il cardinale ricorda “la speciale vocazione di vivere la fede in un contesto multi-religioso, politico, sociale e culturale” della comunità cattolica di Terra Santa formata dalla “diocesi patriarcale di Gerusalemme, dalla Custodia francescana e dalle altre Circoscrizioni, come quelle orientali – greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena – con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere”. Comunità che “nonostante le sfide e insicurezze, le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; le scuole luoghi di incontro tra cristiani e musulmani preparano insieme, lo speriamo contro ogni speranza, un futuro di rispetto e di collaborazione; gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra” .