Diplomazia

Papa Francesco: Riccardi (Sant’Egidio), la sua è una politica dei rammendi

Quella di Francesco è “una politica di rammendi, in una comunità internazionale profondamente lacerata”. Ne è convinto Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, per il quale Bergoglio “lotta contro i semplificatori del nostro tempo, affascinati dallo scontro finale tra il bene e il male, i fanatici dell’apocalisse”. “L’ideale di Francesco è la civiltà del vivere insieme, un ideale esigente ma estremamente realistico”, ha detto Riccardi intervenendo alla presentazione de “Il nuovo mondo di Francesco”, il libro nel quale Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, insieme ad alcuni commentatori delle vicende vaticane e non, ricostruisce le strategie attraverso cui il Papa sta mutando il confronto sugli equilibri mondiali. Un volume “poliedrico”, lo ha definito Riccardi, che spiega “la politica poliedrica di un Papa che ha il poliedro come figura di riferimento”. Dobbiamo parlare, ha chiarito, “di politica internazionale perché niente è estero alla Chiesa”.
Secondo il fondatore di Sant’Egidio, Francesco usa lo strumento della “diplomazia tradizionale”: “È un Papa – ha spiegato – che riceve e si serve dei nunzi quando invece in precedenza questo strumento era passato in secondo piano. Abbiamo visto rinascere e aprire nuove ambasciate”, ha osservato Riccardi evidenziando che Bergoglio ha aggiunto la sua “diplomazia carismatica”. Se sulle questioni internazionali, “ha fatto l’unità dei cristiani”, sulla questione cinese “ha impresso una svolta decisa rispetto ai predecessori”. “Il Papa – ha concluso – mette al centro dei rapporti internazionali la parola”.