Antisemitismo

Notte dei cristalli: mons. Spreafico (Cei), “l’antidoto alla violenza che viaggia in Rete è non essere mai complici, neanche con un clic”

“Un messaggio di solidarietà e vicinanza a tutte le comunità ebraiche del mondo”. Ad esprimerlo è mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, nel giorno in cui si celebrano gli 80 anni della “notte dei cristalli” che decretò l’inizio della Shoah. “È impressionante quello che è avvenuto quella notte”, commenta il vescovo. “Sinagoghe distrutte, 7.500 negozi ebrei mandati in frantumi e tutto accadde per un odio verso questo popolo che rappresentava una razza da eliminare. Fu drammatico. Nel sud della Baviera esistevano 180 comunità ebraiche. Furono eliminate tutte”.  Il vescovo ricorda che l’odio antisemita nacque in un contesto di “difficoltà economica, instabilità e insoddisfazione” che spinse verso “la dissennata ricerca di un capro espiatorio”. E osserva: “Dobbiamo fare memoria della storia. Dobbiamo ricordare il dramma e il dolore e capire che anche il nostro presente è un tempo difficile. Una statistica realizzata dal Congresso mondiale ebraico nel 2016 contava 382mila post antisemiti in un anno, uno ogni 83 secondi. Ma oggi oltre ai post antisemiti, quanti sarebbero i post violenti che navigano in rete. Ci stiamo abituando alla violenza verbale, scritta, agli insulti, al disprezzo degli altri e questo è drammatico”. “L’antidoto è mai essere complici di questa deriva. Se fai un clic e metti un ‘mi piace’ ad un uso violento del linguaggio, immediatamente diventi complice perché contribuisci a diffondere la violenza nella società. C’è sempre qualcosa di bene che dobbiamo scoprire e valorizzare nell’altro. O viviamo così o ci condanniamo all’autodistruzione e alla guerra”. Una responsabilità che chiama in particolare gli uomini di fede e i cristiani. “Non esiste un Dio della guerra. Questa è la radice di ogni religione: l’idea che Dio è Padre di tutti. E questo è per noi cristiani una responsabilità ancora più grande perché in Gesù abbiamo avuto un messaggio molto chiaro di ripudio dell’odio e della violenza”.