Politica

Nazionalizzazioni: p. Costa (Aggiornamenti sociali), “in auge con soggetti sovranisti, serve assunzione condivisa di responsabilità”

“Non è probabilmente un caso che il lessico dell’interesse nazionale o della ri-nazionalizzione torni in auge in una fase in cui la scena politica è dominata da soggetti che si dicono esplicitamente sovranisti. Questo favorisce la presa sulla società da parte di chi è al Governo, anche attraverso inevitabili fenomeni clientelari”. Lo scrive padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti sociali nell’editoriale del numero di novembre, dedicato al tema del ruolo dello Stato nell’economia. Riconoscendo che “per alcuni decenni nel nostro Paese, così come a livello europeo, si è compiuta una scelta a favore del modello delle privatizzazioni”, il direttore della rivista dei gesuiti segnala che “nelle ultime settimane, invece, si stanno susseguendo prese di posizione in senso opposto e si torna a utilizzare un termine che sembrava ormai desueto: ‘nazionalizzazione’”. Il riferimento è al dibattito sull’eventuale revoca della concessione alla società privata che oggi gestisce buona parte della rete autostradale italiana e il ritorno allo Stato anche della gestione diretta della rete, dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova. “La dialettica tra statale e privato rischia di soffocare l’emergere di una terza prospettiva – segnala p. Costa -, che ha il suo perno in una rinnovata comprensione di ciò che è ‘pubblico’, come via per tutelare gli interessi della collettività”. Il riferimento è a “un’assunzione condivisa di responsabilità in vista del perseguimento del bene di tutti”. Il direttore di Aggiornamenti sociali evidenzia “la sostanziale coincidenza di termini come pubblico e statale, in opposizione a privato”. Ma “questo ha fatto via via perdere di vista che la storia ha conosciuto anche assetti diversi, in cui non tutto lo spazio del pubblico era occupato dallo statale, in quanto esisteva ad esempio la sfera del collettivo o del comunitario”. “Diventa possibile, allora, immaginare modalità di regolazione che non passano dall’autorità (Stato) o dal prezzo (mercato) – conclude p. Costa -, ma dalla reciprocità (autogoverno dei commons), evidenziando così un’assunzione di responsabilità differente, che investe direttamente alcuni soggetti della società civile”.