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Editoria: Flick (costituzionalista), “salvare il pluralismo informativo locale. I ragazzi vengano educati a coltivarsi al pluralismo”

Rispetto al possibile azzeramento del Fondo pluralismo “un riferimento che mi ha preoccupato è quello che ha parlato di utilizzare i soldi risparmiati attraverso la soppressione di questa forma di intervento per finanziare diverse attività fra cui ‘progetti culturali che sappiano educare i nostri ragazzi ad interpretare correttamente gli innumerevoli stimoli informativi che ricevono’. Preferirei che i ragazzi vengano educati a coltivarsi al pluralismo. Sono loro che devono cercarsi gli stimoli informativi e che devono interpretarli correttamente”. Lo ha affermato questa sera Giovanni Maria Flick, già ministro e presidente della Corte costituzionale, intervenendo all’iniziativa “La democrazia si amplifica con le voci del territorio. Pluralismo e giornali una garanzia per il futuro”, organizzata nella sala stampa della Camera dei deputati da Federazione italiana dei liberi editori (File), Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), Alleanza delle cooperative italiane – settore comunicazione e Unione della stampa periodica italiana (Uspi). Flick ha insistito sull’importanza di “salvare uno strumento essenziale per il pluralismo informativo locale e territoriale”. “Quanto costa allo Stato, alla comunità comprimere il pluralismo, sopprimere questo meccanismo?”, si è chiesto il costituzionalista, per il quale “in tempi nei quali l’informazione sta diventando sempre più oggetto di piattaforme attrezzatissime tali da ridurre enormemente la libertà di attingere a più fonti di informazione mi lascia molto perplesso l’idea di risparmiare questi soldi e usarli per formare i giovani. Continuiamo a usarli, se possibile, in modo trasparente per fornire ai giovani quegli strumenti essenziali perché vadano loro a cercare quegli strumenti” in grado di alimentare il pluralismo.
Per Roberto Calari, presidente dell’Alleanza delle Cooperative italiane comunicazione, “il pluralismo si è già ridotto fortemente in questi anni, ci sono delle realtà intere completamente prive di informazione o che nel caso migliore hanno una sola fonte di informazione”. Calari ha evidenziato l’importanza di “rigore e trasparenza” rispetto ai fondi all’editoria ma anche la necessità di “regole certe e condivise” per “avere possibilità di programmare” per chi decide di investire nel settore. “La condizione che si affermi il pluralismo è la certezza del diritto”. “Abbiamo chiesto di aprire un tavolo di confronto con il governo e con tutte le categorie”, ha annunciato Calari, “per migliorare anche la legge” del 2016 ma “in una logica di investimento sul pluralismo da fare insieme, non di costo da tagliare”. Questo anche in un’ottica di “riaprire e promuovere nuovi spazi di informazione”.