Giornata mondiale
“La pesca è uno dei settori in cui possiamo vedere le più degradanti e disumane condizioni di lavoro che sono quasi sempre seguite da ulteriori ripercussioni negative, come ad esempio povertà e assenza del rispetto della dignità umana”. Lo ha detto mons. Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, all’incontro tenuto nella sede Fao di Roma, in occasione della Giornata mondiale della pesca. “In molti casi le preoccupazioni fondamentali in materia di diritti umani che riguardano le comunità di pescatori sono sottovalutate e richiedono un monitoraggio e una risposta più completi”, ha aggiunto. Ricordando l’impegno della Santa Sede per le realtà dei pescatori, dei marittimi e delle loro famiglie, mons. Gallagher ha affermato che, “negli ultimi decenni, la globalizzazione ha visto l’inizio di una maggiore concorrenza, salari inadeguati e condizioni spesso difficili per i lavoratori in questo settore”. “In molti Paesi, le protezioni del lavoro spesso rimangono inadeguate, lo sfruttamento è comune così come il lavoro minorile e il traffico di esseri umani”. Dal segretario per i Rapporti con gli Stati un invito alla comunità internazionale a “spingere per un approccio più completo e risoluto, tenendo conto che, troppo spesso, i pescatori su piccola scala vengono lasciati indietro, perché le politiche di sviluppo non sono riuscite ad affrontare il problema delle incertezze strutturali legate alla loro situazione”. Quindi, l’auspicio che organizzazioni internazionali, Ong e governi “cooperino” in modo da “ottenere risultati efficaci e risultati concreti che consentiranno di cambiare la vita di milioni di poveri e pescatori emarginati”. “La Santa Sede sostiene fermamente gli sforzi della comunità internazionale per porre fine all’abuso e alle pratiche criminali ancora presenti nel settore della pesca, elogia il lavoro svolto dalla Fao e assicura la sua cooperazione, per quanto possibile, attraverso il coinvolgimento dei cattolici nelle istituzioni”.