Criminalità organizzata

‘Ndrangheta: Gratteri (procuratore Catanzaro), “affiliati disposti a uccidere il padre o la madre”

“Voglio fare la guerra ai mafiosi e la rivoluzione la facciamo oggi o non la facciamo più. Non voglio fare il burocrate”. Lo ha detto oggi Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Catanzaro, incontrando gli studenti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, nell’ambito del ciclo d’incontri “La persona al centro” dei seminari di Bioetica. Con lui l’ex Franco Roberti, attuale assessore alla Sicurezza della Regione Campania e fino a pochi mesi fa procuratore nazionale antimafia. “Per raccontare la mafia non inizio dai valori o dall’etica, ma dai soldi – ha affermato Gratteri –. Un corriere di cocaina rischia tutto e guadagna 1.500 euro a tratta. Quei soldi non li userà per costruire qualcosa, ma per vantarsi con altri giovani che subiranno il suo fascino”. Quindi, il procuratore calabrese ha raccontato il giuramento che chiedono di fare, nella ‘ndrangheta, agli affiliati: “È tremendo: devono essere disposti a uccidere il padre o la madre, se fossero chiamati a farlo. La ‘ndrangheta prima di ogni cosa”. Gli fanno eco le parole di Roberti: “La forza delle mafie è nel rapporto tra domanda e offerta. Se offrono servizi illegali è perché c’è una domanda forte che va in quella direzione”. Quindi l’ex procuratore antimafia ha chiesto agli studenti quale sia “la peggiore conseguenza della corruzione”. “Che scoraggia qualsiasi investitore, annullando lo sviluppo del Paese”, ha risposto.