Economia

Commissione Ue: i piani del governo italiano “implicano un passo indietro sulle passate riforme strutturali per stimolare la crescita”

(Bruxelles) La Commissione, nel suo rapporto odierno, si sofferma in particolare sull’Italia. Il collegio ha infatti effettuato una nuova valutazione “della presunta non conformità dell’Italia con il criterio del debito”, si legge in una nota emessa oggi. “Il debito pubblico dell’Italia, che nel 2017 era pari al 131,2% del Pil, l’equivalente di 37mila euro per ogni abitante, supera il valore di riferimento del 60% stabilito dal trattato. Questa nuova valutazione si è resa necessaria poiché i piani di bilancio dell’Italia per il 2019 modificano in maniera sostanziale i fattori significativi analizzati dalla Commissione lo scorso maggio”. L’analisi presentata nella nuova relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato, “comprende la valutazione di tutti i fattori pertinenti, in particolare: 1) il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del Pil nominale superiore al 2% dal 2016; 2) il fatto che i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato”; e, “soprattutto, 3) il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 e l’inosservanza particolarmente grave per il 2019 della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018, stando ai piani del governo e alle previsioni d’autunno 2018 della Commissione”. Nel complesso l’analisi indica che il criterio del debito stabilito dal trattato “dovrebbe essere considerato non soddisfatto e che è quindi giustificata una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito”.