Caporalato
La terza edizione del progetto Presidio di Caritas italiana per combattere nei territori la piaga dello sfruttamento lavorativo e del caporalato nelle campagne italiana sarà presentata il 26 novembre a Roma, alle 11, nella sede di Caritas Italiana (via Aurelia 796). Obiettivo del progetto Presidio 3.0 è di “far emergere, approfondire e monitorare, anche attraverso un database nazionale, il gravissimo fenomeno del caporalato al quale viene sottoposta la grande maggioranza dei lavoratori stagionali che arrivano e stanziano per periodi più o meno lunghi nelle campagne italiane”. Dalla Sicilia al Piemonte, in un bacino di circa diecimila lavoratori in nero, decine di operatori e volontari cercano di dare una risposta alle tante persone che lavorano all’interno di sistemi altamente illegali di sfruttamento, abusi, soprusi e irregolarità. Attraverso Presidio a questi lavoratori viene assicurata oltre che una prossimità anche una tutela, un’azione di informazione capillare che permette loro di migliorare la propria posizione amministrativa, legale, sanitaria e quindi le stesse condizioni di vita. Presidio 3.0 continuerà a garantire una presenza costante delle Caritas diocesane in molte aree del Paese “per assistere i tanti lavoratori agricoli soggetti a forme di grave sfruttamento, ma anche quello di incontrare i territori per un confronto aperto su temi di straordinaria attualità”. “In un momento storico nel quale il tema dei migranti e dell’immigrazione è sovente oggetto di forti strumentalizzazioni”, Caritas italiana, insieme alle Caritas diocesane, avverte “l’urgenza di lavorare per promuovere sempre più diffusamente una cultura dei diritti umani collegati ai temi della legalità e della dignità del lavoro”. Le tredici diocesi che aderiscono al progetto Presidio 3.0 – Saluzzo, Latina, Aversa, Capua, Caserta, Teggiano, Manfredonia, Cerignola, San Severo, Foggia, Nardò, Ragusa, Noto – saranno impegnate in attività di sensibilizzazione, formazione e advocacy, organizzando eventi pubblici con il coinvolgimento delle istituzioni e del privato sociale, per rafforzare la consapevolezza sul fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Gli oltre 5.000 beneficiari incontrati nel corso delle precedenti due biennalità del progetto Presidio, continueranno a trovare nelle diocesi coinvolte luoghi di accoglienza, ascolto e accompagnamento legale, sanitario e sociale. I 13 presidi garantiranno per il prossimo biennio la loro attività ordinaria in quelle realtà dove, spesso, insistono grandi insediamenti informali, all’interno dei quali la grave emarginazione e la precarietà esistenziale sono purtroppo la norma.