Meditazione
“Non c’è possibilità di vivere alcuna esperienza di Dio, non c’è possibilità di vita piena e autentica senza l’ascolto. L’ascolto è la porta, senza la quale non si entra nella casa, è il fondamento della sequela”. A ricordarlo è mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, nella sua meditazione del Vangelo di domenica 4 novembre, diffusa sul sito del Patriarcato. “Ascoltare – spiega l’arcivescovo – è pensarsi in relazione, e aprirsi all’altro; è uscire dal proprio atteggiamento individualista, dalla propria mentalità ristretta, ed entrare nell’ottica che ciò che mi salva mi può solo venir dato da un altro. È dare il primato a qualcun altro che non sono io. Ascoltare è accogliere il dono che io non ho, e che mi manca per vivere, perché l’uomo vive di ciò che ascolta”. Dunque “ascoltare è già un atteggiamento di fede: se si ascolta, si scopre che c’è una cosa sola necessaria, si scopre che il Signore è uno, è unico, e ci si affida a Lui per la propria vita”. Per mons. Pizzaballa “il problema della fede sta tutto nel riconoscere che Dio non è soltanto buono, ma che è l’unico buono, che è l’unico bene. Solo allora ci si mette a seguirlo”. E Dio “dice essenzialmente una cosa sola, ovvero che la vita è amare. Che tutto il rapporto con Lui non consiste in nient’altro che in questo; non si tratta di servizio, di dovere, di sacrifici, di nient’altro, se non di questo. Ma dice anche che non è possibile amare il prossimo, se prima non si ama Dio, e se non lo si fa con tutto ciò che siamo. Questa è la verità fondamentale della nostra fede”. “La nostra vita cambia – è la conclusione di mons. Pizzaballa – quando obbediamo a ciò che riconosciamo come l’unica cosa necessaria, ovvero quando amiamo”.