2 novembre

Papa Francesco: messa al Cimitero laurentino, “memoria, speranza” e Beatitudini come “navigatore”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Memoria, speranza”, e le Beatitudini come “luci” e “navigatore” per “non sbagliare il cammino”. Su queste tre “dimensioni della vita” si è incentrata l’omelia della messa al Cimitero laurentino di Roma, in suffragio dei fedeli defunti, celebrata questo pomeriggio dal Papa. “La liturgia di oggi è realistica e concreta”, ha esordito Francesco nella sua omelia, pronunciata interamente a braccio, quasi sussurrata, e durata circa 7 minuti. “Ci inquadra nelle tre dimensioni della vita, che anche i bambini capiscono: il passato, il futuro, il presente”. “Oggi è un giorno di memoria – passato – un giorno per ricordare coloro che hanno camminato prima di noi, che ci hanno accompagnato, ci hanno dato la vita”, ha spiegato il Papa a proposito della festività del 2 novembre: “Ricordare, fare memoria. E la memoria è quello che fa forte un popolo, perché si sente radicato in un cammino, in una storia, in un popolo. La memoria ci fa capire che non siamo soli: siamo un popolo, un popolo che ha una storia, che ha un passato, che ha un futuro. Memoria di tanti che hanno condiviso con noi un cammino”.

“Non è facile fare memoria”, ha ammesso Francesco: “Tante volte siamo affaticati nel tornare indietro e pensare a cosa è successo nella mia vita, nella mia famiglia, nel mio popolo. Oggi è giorno di memoria che ci porta alle radici, alle mie radici, alle radici della mia famiglia, del mio popolo. Oggi è un giorno di speranza”. “Ci aspetta la bellezza”, ha esclamato Francesco sulla scorta della seconda lettura, che ci parla di “cielo nuovo, terra nuova”, della “santa città Gerusalemme”, che con una “bella immagine” si vede “scendere dal cielo, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”. “Memoria e speranza”, ha proseguito il Papa: “Speranza di incontrarci, di arrivare dove c’è l’amore che ci ha creato, che ci aspetta, l’amore di Padre”. “E fra memoria e speranza c’è la terza dimensione: quella della strada che dobbiamo fare e che facciamo”, ha detto Francesco per introdurre la terza dimensione: “E come fare strada senza sbagliare, quali sono le luci che mi aiuteranno a non sbagliare strada, qual è il navigatore che lo stesso Dio ci ha dato per non sbagliare strada? Sono le beatitudini, che nel Vangelo Gesù ci ha insegnato. Queste beatitudini – mitezza, povertà di spirito, giustizia, misericordia, purezza di cuore – sono le luci che ci accompagnano per non sbagliare strada. Questo è il nostro presente”.

“Questo cimitero sono le tre dimensioni della vita”, ha concluso il Papa: “Chiediamo oggi al Signore che ci dia la grazia di mai perdere la memoria, mai nascondere la memoria – di persone, famiglie, popolo – e ci dia la grazia della speranza: saper sperare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi davanti a un muro – e ci dia la grazia di capire quali sono le luci che ci accompagneranno sulla strada, per non sbagliare e così arrivare dove ci aspettano con tanto amore”.