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Conferenza animatori RnS: mons. Coccia (Pesaro), superare “tanti radicati pregiudizi culturali che a volte ci bloccano nel cammino della santità”

(Pesaro) “La Chiesa che è in Pesaro vi è grata perché è certa che l’esperienza, che state vivendo in questi intensi giorni di preghiera, di riflessione e di confronto, avrà una ricaduta sulla vita della nostra comunità diocesana in termini di crescita nella fede, ma anche di forte sollecitazione. Siete convenuti qui per riflettere sulla santità, esperienza fondamentale per il credente, come Papa Francesco ci ha magistralmente ricordato nell’esortazione apostolica ‘Gaudete ed Exultate’. Un documento non solo importante, ma decisivo perché evidenzia ciò che veramente conta per noi credenti: essere santi”. Si è espresso in questi termini mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro e presidente della Conferenza episcopale marchigiana, durante l’omelia pronunciata ieri sera nella celebrazione eucaristica di apertura della 42ª Conferenza nazionale animatori dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, in programma fino a domenica 4 novembre all’Adriatic Arena. “In queste giornate – ha aggiunto Coccia – declinerete l’esperienza della vocazione alla santità nella comunità che si pone come scuola di santità, nel discepolato carismatico che si caratterizza come cammino di santità e nel servizio all’uomo che si configura come segno vivente della santità. Un triplice percorso che ha del fantastico, perché in esso sono indicati luoghi e percorsi che l’azione dello Spirito traccia affinché la nostra vita di credenti sia piena”.
A tal proposito, il duplice interrogativo che l’arcivescovo pone di seguito è: “Cosa è per un credente la santità? Cosa indica questa parola che a volte può suonare strana o comunque estranea al contesto culturale contemporaneo?”. La risposta scaturisce dalle parole del Santo Padre, “quando ci dice che in fondo la santità è la risposta alla chiamata che il Signore fa a ciascuno di noi perché noi tutti potessimo essere partecipi del mistero del Cristo che l’amore del Padre nell’azione della Spirito, ci ha rivelato e comunicato”. Facendo poi riferimento alle letture bibliche, mons. Coccia incoraggia l’assemblea a superare “tanti radicati pregiudizi culturali che a volte ci bloccano nel cammino della santità”.
Ultimo passaggio affrontato dall’arcivescovo di Pesaro, quello della “responsabilità”. L’insegnamento di Gesù, difatti, evidenzia come “l’esperienza della santità chieda necessariamente la nostra stessa responsabilità”, individuando nelle beatitudini “alcuni atteggiamenti fondamentali” che implicano, alla base, la necessità di “un processo di cambiamento che abitualmente definiamo conversione”. Non poteva mancare un rimando al documento conclusivo del Sinodo dedicato ai giovani, appena terminato: “Noi dobbiamo essere santi per poter invitare i giovani a diventarlo, perché essi stessi hanno chiesto a gran voce una Chiesa autentica, luminosa, trasparente, gioiosa: solo una Chiesa dei santi può essere all’altezza di tali richieste”. E un richiamo alla figura di Papa Paolo VI, appena canonizzato, le cui parole riecheggiano ancora adesso: “Siate santi. Di santità ha bisogno la Chiesa ed ha bisogno il mondo, pertanto la nostra umile esortazione: siate santi! Merita che voi la accogliate e la ripensiate”.