Assemblea

Usa: mons. Pierre (nunzio) ai vescovi, “dimostrare di essere capaci di risolvere i problemi senza delegare ad altri”

(da Baltimora) Riformare e ricostruire sono i due verbi usati dal nunzio apostolico negli Stati Uniti, Christophe Pierre, nel discorso di indirizzo ai vescovi americani riuniti per l’assemblea d’autunno. Il nunzio chiede che nell’opera di riforma i vescovi abbiano il coraggio di “accettare la propria responsabilità di padri spirituali e di non cadere nella tentazione di rinunciare alla propria responsabilità in questo processo, come se non fossimo più capaci di riformarci e la nostra fiducia in questa capacità fosse trasferita ad altre istituzioni. Dobbiamo dimostrare di esser capaci di risolvere i problemi senza delegare ad altri”. Mons. Pierre fa riferimento alla Commissione presieduta da laici e da professionisti chiamata ad accogliere e seguire le denuncie dei vescovi, ideata dal Comitato amministrativo della Conferenza episcopale Usa. Su questa cessione di responsabilità e di capacità di riofrma la Congregazione dei vescovi ha espresso dubbi di natura canonica e per questo ha chiesto ai vescovi di non votare alcun documento e di attendere l’incontro con Papa Francesco in febbraio. “Questo non significa rinunciare alla collaborazione dei laici e al contributo professioneale di tutti i fedeli: la loro assistenza è benvenuta”, precisa il nunzio. Mons. Pierre sottolinea a più riprese l’apprezzamento per il lavoro fatto dai vescovi nella protezione dei minori, nel programma di formazione indirizzato a clero e laici, al punto da diventare modello per tante istituzioni civili locali e invita ad alzare lo sguardo e non ad abbassarlo: se è pur vero “che anche un solo caso di abuso è troppo”, non bisogna temere di diffondere “con orgoglio” quanto è stato fatto.

Nel suo discorso un’attenzione particolare è riservata al rapporto con i media. “E’ vero che ci sono stati momenti in cui i media hanno attirato l’attenzione su ciò che non abbiamo fatto, ma ‘non si spara al messaggero’, come suggeriva la diplomazia greca. E se abbiamo dato ai media l’impressione di non aver fatto abbastanza e sappiamo che non è vero, non dobbiamo aver timore di confutarlo”. Mons. Pierre sottolinea però che “quando si verifica un abuso dobbiamo prenderlo come tale e affrontarlo, questo non è un peccato dei media. Dobbiamo riconoscere invece che c’è qualcosa da migliorare”.

Nell’opera di riforma, citata dal nunzio, non può mancare la sinodalità e la comunione con il Papa ed è proprio Francesco ad indicare le tre caratteristiche che possono salvare un vescovo dall’abuso di potere e dal clericalismo: essere uomo di preghiera e cioè non stare di fronte a Dio come una devozione o un compito da portare a termine ma come una necessità; essere uomo di proclamazione, quindi non stare in ufficio ma tra le persone ed essere protagonista dell’annuncio e non solo un testimone; essere uomo di comunione, in particolare in una società polarizzata come quella statunitense.