Festa patronale

Diocesi: mons. Napolioni (Cremona), “non c’è futuro se si impedisce un sano rinnovamento, a cominciare da noi stessi”

“Un mondo nuovo non nasce dalle ceneri di un mondo distrutto, come non c’è futuro se si impedisce un sano rinnovamento. Ma bisogna cominciare da noi stessi, da come usiamo le ricchezze, i beni, l’ambiente”. Così il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, in occasione della solennità di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi. Nell’omelia, mons. Napolioni ha fatto parlare il santo attraverso una lettera scritta ai suoi concittadini che lo ricordano. “So che oggi il mondo vi preme addosso, e che nessuno è al riparo dai suoi sconvolgimenti. Sento le grida, il rumore, e immagino la vostra fatica nell’ascoltarvi e dialogare”, ha proseguito il vescovo. “Vedo tanta frenesia nel muovervi, e temo che non riusciate a fermarvi per pensare e capire, per discernere il vero e il bene. C’è anche chi se ne approfitta: ho timore di chi usa il disagio dei deboli per imporre con arroganza idee ed interessi di parte. A costo di menzogne, cedendo spesso alla tentazione dell’insulto”. “Dal cielo – continua la missiva virtuale –, affollato di uomini giusti e santi di ogni tempo e di ogni luogo, ammiriamo i progressi della scienza e della cultura, e per questo ci angoscia vedere come rischiate di sciuparli in un attimo, quando cedete a viscerali moti di paura e sospetto, di chiusura e cinismo, quasi per un diabolico bisogno di avere nemici da abbattere”. La missiva prosegue poi con un passaggio dedicato alla Chiesa: “soffro tanto, quando vedo la Chiesa dividersi e smarrirsi. Lo capisco guardando, in cielo, il volto e gli occhi di Maria, madre dell’unità. Lo riconosco nella continua sollecitudine orante dei Santi Pontefici, tutti accanto a Francesco, nel costruire sentieri di verità e ponti di riconciliazione, e nel discernere il ‘fumo di Satana’ dalle volute dell’incenso”. E poi con riferimento al Sinodo dei vescovi, l’esortazione: “continuate a seminare fiducia e a dare attento ascolto alle nuove generazioni, e vi stupirete dei prodigi di Dio”.
Infine una sottolineatura sulla Chiesa locale chiamata ad essere “più leggera e più credibile” e nella quale “intrecciare rapporti schietti e positivi tra voi e con tutte le altre vocazioni che fanno bella la Chiesa”.