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Romania: Chiesa ortodossa, “continuare a difendere la famiglia”. Referendum “fa conoscere grado secolarizzazione società”

(Bucarest) “La Chiesa ortodossa romena chiama all’unità spirituale e chiede di continuare a difendere la famiglia benedetta da Dio”. L’appello è stato lanciato dal Patriarcato ortodosso romeno dopo la pubblicazione dei risultati del referendum organizzato in Romania i giorni scorsi e che ha diviso la società. Organizzato il 6 e il 7 ottobre per la modifica nella Costituzione della definizione del matrimonio, il referendum è stato invalidato per la mancanza del quorum. L’iniziativa di specificare nella Costituzione romena che la “famiglia si fonda sull’unione liberamente consentita tra un uomo e una donna” è stata appoggiata anche dalle comunità religiose, soprattutto dalla Chiesa ortodossa romena e dalla Chiesa cattolica, che consideravano aperta all’equivoco l’espressione di unione “tra sposi”. Il Patriarcato ortodosso romeno ha ringraziato, in un comunicato stampa, i quasi quattro milioni di cittadini romeni “che hanno risposto in modo positivo con la loro partecipazione al voto”. Inoltre, ha ricordato che la scelta di partecipare o no al voto “deve essere rispettata e analizzata, e la democrazia basata sulla libertà civica deve essere coltivata più intensamente con una informazione corretta e permanente sul tema in dibattito pubblico”. La Chiesa ortodossa, alla quale appartiene l’86% della popolazione romena, secondo l’ultimo censimento, sottolinea poi che il referendum, anche se invalidato, “offre la possibilità di conoscere il grado della secolarizzazione della società romena di oggi, come anche i principali posizionamenti della società riguardo la riaffermazione e la difesa dei valori morali fondati sulla fede in Dio e la storia bimillenaria del popolo romeno”. “In questo contesto sociale – aggiunge il Patriarcato -, la Chiesa ortodossa romena ha il dovere di sostenere e di continuare a promuovere la famiglia benedetta da Dio e i valori della fede cristiana”.