Pace e giustizia

Guatemala: dal vescovo di Jutiapa una dura denuncia, Governo apre la via perché “le strutture criminali continuino a invadere lo Stato”

Un ulteriore allarme sul mancato rispetto dei diritti umani e del creato, in Guatemala, arriva dalla diocesi di Jutiapa e dal suo vescovo, mons. Antonio Calderón Cruz. In un comunicato che porta la data del 4 ottobre, festa di san Francesco, la diocesi denuncia la presenza di “forze oscure e pericolose che stanno ostacolando l’avanzamento della giustizia, il consolidamento della pace e la custodia della vita e della creazione”. In particolare, si legge nella nota, “condanniamo profondamente le diverse azioni intraprese dal Governo nella sua ansia di distruggere il Progetto Cicig (la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala, nata sotto l’egida dell’Onu, ndr), l’unico che iniziava a dare i suoi frutti nell’instaurazione della giustizia e nella lotta contro l’impunità e la corruzione”. Un processo “che viene brutalmente interrotto contro la volontà della grande maggioranza della popolazione e del sentimento della Comunità internazionale. Tali decisioni, a nostro avviso, costituiscono una cinica opposizione all’avanzamento della giustizia nel nostro Paese, aprendo inoltre la via perché le strutture criminali continuino a invadere lo Stato”. Senza il Progetto Cicig, accusa mons. Calderón, il Governo attuale sta consolidando la cosiddetta ‘narco-cleptocrazia’, vale a dire il governo dei ladri, dei corrotti e dei narcos, convertendo così la nostra nazione nel regno del crimine e dell’ingiustizia, del disordine sociale e della prepotenza dei corrotti e dei criminali”. La nota prosegue ricordando la situazione di povertà, anche estrema, di vaste fasce della popolazione, soprattutto campesinos e indigeni. “Ci sentiamo profondamente rattristati di fronte ai problemi attuali che colpiscono la nostra gente”, tra cui “la crescente disoccupazione, la migrazione forzata, la violenza inarrestabile, il livello di cura precario degli ospedali”. Soprattutto, viene citata la “carestia che coinvolge migliaia di famiglie guatemalteche”, tra queste circa 300mila a causa del grande caldo, tra cui molti abitanti della diocesi di Jutiapa. Anche in questo caso non arrivano gli aiuti del Governo. Infine, il vescovo esprime “l’assoluta condanna per i progetti idroelettrici ed estrattivi” previsti nel dipartimento di Jutiapa e invita, in particolare, il popolo indigeno Xinka a proseguire nella lotta pacifica per la difesa del proprio territorio”.