Famiglia

Matrimonio: mons. Sequeri (Pont. Ist. Giovanni Paolo II), “teologia può e deve ricomporre ragione e sentimento in una visione unitaria”

“Sessualità e godimento, libertà ed etica delle relazioni interpersonali, natura e cultura, neuroscienze e teologia: sono i poli che entrano in campo quando si parla di amore, matrimonio, dinamica degli affetti. La teologia oggi può e deve ricomporli in una visione unitaria”. Ne è convinto mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, intervenuto questo pomeriggio a Roma al convegno “La vocazione della famiglia” promosso dalla Fondazione Ut Vitam habeant, ed introdotto dal card. Elio Sgreccia. Per Sequeri, quando si parla di relazioni tra uomo e donna occorre “superare un’impostazione che ha portato a dividere la conoscenza razionale dalla sfera del sentimento e delle emozioni”. Qui “si apre una nuova strada per la teologia, che ha bisogno di rinnovare linguaggio e categorie di analisi”. “L’amore – spiega – ci viene incontro, nello stesso tempo come una necessità e come una grazia, come un bisogno e come un dono”. Un amore “concreto tra  uomo e donna” il cui “simbolo reale è nel dono reciproco dell’intimità sessuale e della fecondità generativa di una nuova persona”. In questo quadro, “il riconoscimento di una istituzione divina dell’unione di amore tra uomo e donna passa certamente attraverso l’illuminazione del senso dell’erotismo che chiama in causa l’identità sessuale e l’unione sessuale dell’uomo e della donna”. Una “trascendenza che illumina la promessa, e sostiene la speranza”.