Ecumenismo
La notizia della visita di Papa Francesco nella basilica minore di Santa Sofia a Roma è “un segno di solidarietà con il popolo ucraino, vittima della guerra in Donbas, e la manifestazione di vicinanza ai migranti ucraini in Italia, per i quali la basilica di Santa Sofia rappresenta la loro casa e il simbolo della terra nativa”. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo e pPadre della Chiesa greco-cattolica ucraina, commenta così la notizia che Papa Francesco sarà in visita presso la Basilica Minore di Santa Sofia il prossimo 28 gennaio. Sua Beatitudine definisce “storica” la visita di Papa Francesco. In una nota diffusa questa mattina dal segretariato dell’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, si spiega che la visita inizierà alle 16. Il Papa sarà accolto da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevhuck, che lo condurrà all’interno della basilica. Lì, si terrà una breve preghiera e un canto natalizio. Quindi, Sua Beatitudine darà un indirizzo di saluto e presenterà la comunità ucraina. Papa Francesco terrà un discorso, saluterà i rappresentanti della comunità e andrà in preghiera nella cripta della basilica. La visita di Papa Francesco si concluderà con una preghiera nella cripta della cattedrale, di fronte alla tomba del vescovo Stepan Chmil, cui Papa Francesco è particolarmente legato.
Basilica minore dal 1998, e titolo cardinalizio per volontà di San Giovanni Paolo II dal 1985, la chiesa di Santa Sofia che si trova in via di Boccea 478, fu costruita per volere del cardinale Josyf Slipyj, che cominciò la raccolta fondi per la costruzione della chiesa, dopo essere ritornato dalla prigionia in un gulag siberiano. Il progetto fu redatto sulla base dei piani originali per la costruzione della cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Per decenni, in tempi di diaspora e sotto il regime sovietico, Santa Sofia è stata considerata la casa di molti emigranti ucraini. Nella cripta della basilica è sepolto il vescovo Stepan Chmil. Incontrando il 9 novembre 2017 la comunità del Collegio ucraino San Giosafat a Roma, Papa Francesco ha ricordato padre Chmil, perché fu lui in Argentina ad insegnargli ad assistere alla messa di rito ucraino, aprendolo ad una “liturgia diversa”.