Religione e società

Diocesi: Milano, via al Sinodo minore “Chiesa dalle genti”. Testimonianze dei “nuovi ambrosiani”. Jacqueline Urrutia, “sono peruviana ma non sono straniera”

L'arcivescovo Delpini con gli immigrati che hanno portato la loro testimonianza. Alle loro spalle la croce del Sinodo

(Milano) “Sono venuto in Italia per cercare benessere per la mia famiglia. Prima sono arrivato io, poi, sei mesi più tardi, mia moglie Jacqueline. Ho dovuto superare tante difficoltà, soprattutto all’inizio, per la diversità della lingua e della cultura. E poi il cambio di lavoro… L’Italia, ho detto tante volte, è un Paese per persone forti, ma se superi l’inizio…”. Johnny Urrutia è peruviano, da molti anni abita a Milano, con la moglie e due figli. Racconta, durante la conferenza stampa di presentazione del Sinodo “Chiesa dalle genti”, il suo arrivo in città, l’inserimento nel mondo del lavoro e poi nella comunità cristiana. “All’inizio frequentavo la chiesa di via Conservatorio, dove si celebrava la messa in spagnolo. Poi, su suggerimento del parroco, mi sono inserito nella parrocchia di Cologno Monzese, dove abitavo. Abbiamo trovato diversi preti che ci sono stati accanto, e poi sono stato invitato a far parte del Consiglio pastorale parrocchiale”. Si aggiunge la voce di Jacqueline: “Mi sento ‘perucolognese’. Seguo da vicino le vicende dell’Italia, mi interesso della vita locale, della parrocchia e della politica. Sono peruviana – afferma – ma non sono straniera”.
Anche Marlene Williams è peruviana, in Italia da 29 anni: “Sono arrivata quando non c’erano ancora molti stranieri. Mi sono subito inserita nella realtà della città e parrocchiale, partecipando alla messa nella chiesa di viale Corsica. Abbiamo lavorato tanto per l’accoglienza dei migranti. Qualche volta si generava un equivoco e quando mi presentavo per fare del volontariato mi veniva chiesto se avevo bisogno di aiuti alimentari”. Col sorriso, come quello dei coniugi Urrutia, Marlene Williams parla di una città che l’ha accolta e “alla quale voglio dare qualcosa anch’io”.