Seminario internazionale

Sinodo giovani: Calvo (Univ. Buenos Aires), “accompagnare giovani a prendere decisioni profonde. Chiesa riveda metodologie”

“È necessario comprendere i giovani nel loro rapporto con la situazione storica e sociale in cui si trovano a vivere, le loro emozioni, le loro motivazioni e le loro dinamiche relazionali. Ma è anche essenziale accompagnarli nel prendere decisioni profonde e, per questo, le agenzie ecclesiali e pastorali dovrebbero ripensare le metodologie e modi per aiutarli a considerare tale impegno come vocazione e incarnazione di una vita di fede di fronte alla dolorosa realtà dei più vulnerabili e trasformare le ingiustizie strutturali”. È il monito lanciato oggi a Roma da Angela Cristina Calvo, dell’Università di Buenos Aires, al Seminario internazionale sulla situazione giovanile in preparazione alla XV Assemblea generale ordinaria prevista nell’ottobre del 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Per la docente “non si può frammentare l’intera vita dei giovani, i loro sogni, la loro identità per cercare di spiegare il loro maggiore o minore impegno politico”. Un tema questo dell’impegno politico, che sarà trattato nel prossimo Sinodo e che ad avviso di Calvo, pone diverse questioni alla Chiesa. Tra queste, “quale tipo di pastorale richiede il XXI secolo affinché i giovani che fanno parte della comunità ecclesiale entrino in contatto con la realtà sociale?”. “I Millennials (i nati dopo il 1980, ndr.) sono una generazione propositiva, piena di vita, esigente e informata, socievole e collaborativa, autosufficiente, innovativa e creativa ma spesso il suo impegno è fugace. Comprendere le cause di questa demotivazione è un compito che non finirà mai”. Da qui l’urgenza di “restituire ai giovani senso del futuro, orizzonti di speranza, senso di trascendenza per dare loro un senso di appartenenza a una comunità della quale sono protagonisti, e di cui condividono aspirazioni e obiettivi, creando reti relazionali genuine e sostenibili”. Ma soprattutto, è stata la conclusione, è ancora più urgente “restituire loro la capacità di sognare. Soprattutto a quei giovani che vivono in situazioni di violenza, di esclusione, di dipendenza, di distruzione e di divisione. Dare loro la possibilità di immaginare che esistono altre realtà e che detengono tutte le capacità e le forze di rompere con questi cicli distruttivi e generare nuove realtà, che ridanno significato alla loro vita e a quella degli altri, costruendo un orizzonte di speranza”.