#IoCorroPerché

Rome Half Marathon Via Pacis: mons. Sánchez de Toca (Pcc), “il mondo ha bisogno di ponti”. All’evento il debutto di “Athletica Vaticana”

“Il mondo ha bisogno di ponti non di muri. Roma è una citta di ponti; speriamo sia anche di ‘pontefici’, di costruttori di ponti”. Questo il messaggio #IoCorroPerché di mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura e responsabile del dipartimento Cultura e sport del dicastero, intervenuto oggi, presso la sede Rai, alla presentazione della Rome Half Marathon Via Pacis, mezza maratona competitiva di 21,097 km in programma domenica 17 settembre. “L’idea di partenza – spiega – è stata suggerita da un Salmo che dice: cerca la pace e perseguila. Questo perseguire è quasi un correre dietro; la pace è un obiettivo comune ma bisogna perseguirla con forza, è quasi una corsa”. Già da due anni l’assessorato allo sport del Comune di Roma pensava ad un’iniziativa e l’idea è stata quella di “un grande gesto corale che ripercorresse il pellegrinaggio delle sette chiese, declinato però secondo la Roma di oggi e la sua anima molteplice, variegata”. “Non saranno sette – chiosa mons. Sánchez – ma sarà un pellegrinaggio tra i luoghi di culto della Roma di oggi”. La dimensione multireligiosa dell’iniziativa è peraltro sottolineata dalla presenza delle comunità ebraica, islamica e Bahai; dell’unione induista e dell’unione buddista. La Via Pacis, spiega ancora il rappresentante del Dicastero pontificio, “segnerà anche il debutto, la presentazione in società di Athletica Vaticana”, squadra di podisti dipendenti del Vaticano, già battezzata “i maratoneti del Papa”. “Per ora trentasei atleti – spiega al Sir -, uomini e donne. Monsignori, guardie svizzere, dipendenti della farmacia, de L’Osservatore Romano, delle fattorie pontificie di Castelgandolfo, dei quali una ventina parteciperanno alla Via Pacis”. Il gruppo atletico si è costituito anche grazie al sostegno della Fidal e delle Fiamme Gialle. “Non siamo i soli – conclude Sanchez -. La grande moschea partecipa con 200 atleti iscritti, la comunità ebraica con una postazione medica e una squadra di volontari”.