Geopolitica
La carestia in Yemen, nord-est Nigeria, Somalia e Sud Sudan con i suoi “20 milioni di persone a rischio di morte per fame” è entrata nelle discussioni odierne del Consiglio dei ministri degli esteri dei 28 membri dell’Ue, che hanno deciso di “agire immediatamente” innanzitutto con un aumento dei fondi umanitari, si legge nelle Conclusioni adottate. Poiché “queste crisi sono frutto dell’uomo e hanno radici in conflitti, necessitano di soluzioni politiche che vadano oltre l’assistenza umanitaria” e spezzino il circolo vizioso di violenza, disastri naturali, scarsità alimentare e tensioni sociali. Per questo il Consiglio “insiste” sulla necessità di “investire nella prevenzione dei conflitti” con la mediazione e il coinvolgimento delle istituzioni Ue, Nazioni Unite e Banca Mondiale. Da Bruxelles un appello anche per il “rispetto internazionale delle regole umanitarie e dei diritti umani” affinché siano rimossi gli ostacoli che “impediscono la distribuzione dell’assistenza salva vita”. Si chiede poi di “implementare gli impegni politici concordati per aumentare l’efficienza dell’azione umanitaria”, riguardo trasparenza, affidabilità e pertinenza delle iniziative. Il Consiglio rinnova poi l’impegno verso i Paesi limitrofi alle quattro aree di crisi dove si sono riversati i rifugiati. Infine un invito ad “attori umanitari, per lo sviluppo e politici a lavorare più strettamente insieme” per costruire una capacità di “resilienza statale e sociale” ai fattori che conducono alla fame.