Elezioni amministrative

Politica: p. Occhetta (Civiltà Cattolica), sulla sconfitta di Renzi ha contribuito anche lo “ius soli”. Serve “nuovo accordo” tra forze politiche

“Renzi ha contribuito a polarizzare il voto – è stato così anche ai tempi di Berlusconi -, ma sulla sconfitta hanno pesato alcuni temi politici emersi durante la campagna elettorale, come quello della cittadinanza agli immigrati, il cosiddetto ‘ius soli'”. È quanto scrive padre Francesco Occhetta nell’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica”, in cui analizza l’esito delle recenti elezioni amministrative. “Queste elezioni, con il loro valore politico e simbolico, riaprono i progetti sulle coalizioni nazionali”, la tesi di Occhetta, secondo il quale “quegli stessi partiti che si sono mostrati litigiosi sul piano nazionale e alleati in periferia dovrebbero chiarire davanti all’elettorato dove vogliono portare il Paese. Il centrodestra è unito, almeno formalmente, ma manca di leader; il centrosinistra, che il leader ce l’ha, manca di unità”. Per Occhetta, “l’accordo sulla legge elettorale, al di là del merito, avrebbe ridotto le distanze tra le principali forze politiche e creato un clima più sereno per la formazione di coalizioni post-elettorali”. Con una legge elettorale, invece, “che obbligherà forze politiche con programmi diversi a stare insieme prima del vito, sarà difficile riprodurre a livello nazionale ciò che sta funzionando nel governo locale”. “Mentre è in carica il governo Gentiloni, che auspichiamo possa arrivare a fine legislatura, per quale motivo le forze politiche non cercano un nuovo accordo?”, la proposta. “I criteri da rispettare – argomenta Occhetta – sono noti: garantire governabilità allo schieramento e al premier che si vota; rispettare le minoranze politiche; introdurre una consistente soglia di sbarramento che favorisca la riduzione dei partiti e dei gruppi parlamentari, che attualmente sono 23”. “La qualità della legge elettorale – conclude Occhetta – dipender anche dai nuovi regolamenti parlamentari e dalle regole sui finanziamenti pubblici dei partiti, di cui nessuno parla e che in questi anni non sono cambiate”.