Missione

Papa Francesco: messaggio Giornata missionaria, “il mondo ha bisogno del Vangelo”. “Chiesa autoreferenziale non è Chiesa di Cristo”

“Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo”, che “attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale (ottobre 2017) menziona “esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo”. “Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso”, il primo esempio scelto da Francesco: “Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’, come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso”. “Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio”, il commento del Papa, che cita anche le “tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione”. “La missione della Chiesa stimola un atteggiamento di continuo pellegrinaggio attraverso i vari deserti della vita, attraverso le varie esperienze di fame e sete di verità e di giustizia”, scrive il Papa: “La missione della Chiesa ispira una esperienza di continuo esilio, per fare sentire all’uomo assetato di infinito la sua condizione di esule in cammino verso la patria finale, proteso tra il ‘già’ e il ‘non ancora’ del Regno dei Cieli”. “Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo”, ammonisce il Papa spiegando “perché dobbiamo preferire una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”.