Lutti

Papa Francesco: lettera all’arcivescovo Shevchuk per le esequie del card. Husar, “padre e guida spirituale” per la Chiesa greco-cattolica ucraina

“Una tra le autorità morali più alte e rispettate negli ultimi decenni del popolo ucraino” nonché “padre e guida spirituale” per “l’intera Chiesa greco-cattolica, che egli raccolse dall’eredità delle ‘catacombe’ alle quali era stata costretta dalla persecuzione, e alla quale ridiede non solo le strutture ecclesiastiche, ma soprattutto la gioia della propria storia, fondata sulla fede attraverso e oltre ogni sofferenza”. A tratteggiare il ritratto dell’arcivescovo maggiore emerito di Kyiv-Halyč, card. Lubomyr Husar, scomparso a 84 anni lo scorso 31 maggio, è oggi Papa Francesco in una lettera inviata a Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della medesima diocesi, in occasione delle esequie del porporato.

La vecchiaia e la malattia, prosegue Francesco, non cambiarono il suo stile di presenza tra il popolo. “Egli ha continuato ad intervenire nella vita del vostro Paese come maestro di sapienza: il suo parlare era semplice, comprensibile a tutti, ma molto profondo. La sua era la sapienza del Vangelo, era il pane della Parola di Dio spezzato per i semplici, per i sofferenti, per tutti quelli che cercavano dignità. Le sue esortazioni erano dolci, ma anche molto esigenti per tutti”. Per tutti, ricorda Francesco, “pregava incessantemente, sentendo che questo era il suo nuovo dovere. E tanti si sentivano rappresentati, interpellati e consolati da lui, credenti e non credenti, anche al di là delle differenze confessionali. Tutti sentivano che parlava un cristiano, un ucraino appassionato della sua identità, sempre pieno di speranza, aperto al futuro di Dio”. “Aveva una parola per ciascuno” e “amava soprattutto dialogare coi giovani, con i quali aveva una eccezionale capacità di comunicare e che a lui accorrevano numerosi”. Con la sua preghiera, conclude il Papa, “proteggerà il suo popolo ancora sofferente, segnato dalla violenza e dall’insicurezza”.