Politica

Messico: vescovi, “cambiamenti strutturali profondi” di fronte all’emergenza che “avvelena tutto il Paese”

“Crediamo che la situazione del Messico richieda cambiamenti strutturali profondi, che devono essere frutto di dialogo e non di imposizione, che devono andare alla radice delle problematiche, al di là di risposte occasionali. Sappiamo che tutti i cambiamenti chiedono sacrifici e tutti dobbiamo essere disposti a ciò”. Pertanto, “la maggior sfida oggi è il cambiamento, rispetto alle ingiustizie, la corruzione, l’impunità e le violenze, da qualunque parte vengano”. Lo afferma in una nota la Commissione di pastorale sociale della Confereza episcopale messicana. “Come vescovi del Messico abbiamo la certezza che stiamo affrontando come nazione un’emergenza che è al tempo stesso umanitaria, politica, economica e sociale. Un’emergenza che avvelena tutto il Paese – prosegue il testo – e in particolare le varie regioni”. Di fronte a una crisi multidimensionale, “ci viene chiesto di rispondere tutti, ciascuno per il proprio ruolo e possibilità, e per questo si deve iniziare dal dialogo e dalla collaborazione”. Tra i punti affrontati dal documento, è proprio il dialogo ad essere al primo posto: anzitutto tra i messicani, e poi a livello latino-americano, in particolare con il Celam, e tra Usa e Canada. I vescovi chiedono, inoltre, “una nuova economia, per un autentico sviluppo”, andando alle cause profonde del fenomeno migratorio, denunciando i bassi salari, chiedendo l’istituzione di un salario minimo e promuovendo un consumo responsabile. Inoltre, si legge nella nota, “dobbiamo dare priorità come società alla campagna e ai campesinos, soprattutto a quelli di popolazione indigena”. Sulla rinegoziazione dei trattati economici, soprattutto quello sul Libero scambio in America del Nord e l’Accordo con l’Unione europea, il documento chiede che “i poveri non tornino ad essere abbandonati”. L’ultima parte del testo è dedicata alla politica, in un periodo denso di sfide elettorali, che culminerà con le Presidenziali del prossimo anno. Una politica che deve tornare ad essere “al servizio del nostro popolo”.