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Comunione e liberazione: documento su elezioni amministrative. “Rimettere al centro il desiderio di bene che alberga nel cuore di tutti”

“Tutti siamo chiamati in causa dalle elezioni amministrative dell’11 giugno, non solo coloro che già sono impegnati in politica ai vari livelli o che si candideranno”. Lo si legge nel documento diffuso oggi da Comunione e liberazione in vista della prossima tornata elettorale (https://it.clonline.org/). “Nelle persone e nelle realtà sociali sembra dominare il pessimismo, alimentato molto dall’incertezza. Ci sono tutti i problemi che vediamo: la crescita della povertà; l’assenza di riferimenti nella società civile e di proposte capaci di incidere nella vita reale delle persone, nei bisogni di chi ha una famiglia o cerca un lavoro; l’afflusso apparentemente incontrollabile dei migranti, che contribuisce ad aumentare il sentimento di insicurezza; l’emarginazione, gli anziani, la carenza di alloggi per i meno abbienti e le giovani coppie, la crisi dell’educazione e il degrado degli edifici scolastici, la carenza di impianti sportivi adeguati, l’inquinamento e il verde pubblico, il problema dei trasporti”. “Sono solo alcune delle questioni con cui ci dobbiamo confrontare ogni giorno; volenti o nolenti, fanno parte del tessuto della nostra vita quotidiana”. L’analisi prosegue con alcune valutazioni sulla “disistima” che colpisce le istituzioni politiche. “Da dove ripartire?”, quindi? “La prima indicazione è di rimettere al centro quel desiderio di bene mai sopito che alberga nel cuore di tutti. Di fronte a un bisogno – in famiglia, al lavoro, nei rapporti con le persone −, la nostra natura ci spinge a rimboccarci le maniche per dare una mano. Prima di lamentarci per le inadempienze altrui, sentiamo l’impeto di offrire un contributo che segni l’inizio di una soluzione del problema”.
Secondo: “Questa serietà nei confronti della realtà e delle sue urgenze alimenta l’impegno per quel bene comune o bene di tutti, che nella Evangelii gaudium papa Francesco ci indica come una sfida da raccogliere. Non è uno slogan astratto, ma una esperienza da vivere, un’ipotesi da verificare”. Terzo: “Questo significa mettersi insieme per costruire quei corpi intermedi che fin dall’Unità d’Italia, con il movimento cattolico e operaio, hanno permesso alla gente di vivere meglio, e sono stati inseriti nella Costituzione del 1948 e poi nella revisione costituzionale del 2001 (principio di sussidiarietà)”. Quarto elemento: “A questo livello si colloca il ruolo della politica in queste elezioni. Per rispondere alle sfide attuali non occorrono partiti di plastica imposti dall’alto e nemmeno partiti del ‘no’, ma persone profondamente innervate in un popolo reale e non virtuale, che portino nell’agone politico interessi e ideali della gente, continuando il dialogo con la società e con gli altri soggetti politici, mettendo al primo posto il bene comune”.