Dialogo

Antipolitica: mons. Galantino, “riceve il suo primo humus dalla politica fatta male. Bisogna rispondere ai bisogni seri della gente”

“L’antipolitica riceve il suo primo humus dalla politica fatta male. Il vero antidoto all’antipolitica è la politica fatta bene, è rispondere ai bisogni seri che la gente in questo momento avverte”. È il monito lanciato ieri monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, intervenendo a Bologna a “La Repubblica delle idee”. Un giudizio frutto di quanto emerge dall’osservatorio delle 226mila parrocchie sul territorio italiano. “C’è prima di tutto una responsabilità della politica”, ha osservato il segretario generale della Cei, rilevando che “bisogna stare attenti perché purtroppo ho visto in questi ultimi giorni che la ‘politica partitica’ sta inseguendo l’antipolitica, pensando di risolvere i problemi appiattendosi su certi tipi di modalità”. “Non esiste errore più grave di questo”, ha ammonito Galantino, secondo cui “si combatte l’antipolitica con la politica sana, non facendo chiacchiere”. “Si combatte l’antipolitica – ha aggiunto – quando questa si esprime in maniera volgare e violenta, com’è capitato qualche giorno fa, dando risposte sensate a domande reali, non girando alla larga”. Per Galantino, “il Papa non sta dando una mano all’antipolitica, sta cercando invece di dire ai politici, a chi fa buona politica di fare una politica con la ‘p’ maiuscola, che sia veramente per il bene comune. E il bene comune non è la somma dei beni di ognuno, di chi grida di più o della lobby vincente”. Rispetto al tema del fine vita, il segretario generale ha sottolineato che “c’è una Chiesa che non vuole dimenticare che davanti a questi drammi ci sono le persone prima di tutto, poi le forme da salvare”. Quanto alla differenze tra il “caso Welby” e quello di dj Fabo, Galantino ha voluto ricordare “il clima nel quale si era affrontato il tema Welby: c’era una parte, non solo politica, che voleva attraverso questo fatto forzare la mano”. “Quando oggi ci sono questi atteggiamenti, c’è una Chiesa che non ama essere provocata”. Sul biotestamento e sulla “premessa sbagliata dell’autodeterminazione” presente nel testo di legge, Galantino ha invitato a “non metterci nell’imbuto della semplificazione”. “La Chiesa non è qui ad imporre niente, ma a ricordarci un tipo di antropologia che non semplifica queste realtà”.