Intervista

Migrazioni: Cooper (Frontex) al Sir, “mai accusate le Ong”. Lotta alla tratta e più mezzi per controllare il Mediterraneo

“I trafficanti traggono vantaggio dall’obbligo imposto a chi è in mare di salvare le vite umane in pericolo; l’entità contro cui puntare il dito sono perciò i trafficanti libici, questa è la priorità assoluta. Va intrapresa un’azione in questo ambito e possono farlo tutti coloro che si trovano in mare”. Izabella Cooper, portavoce di Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, intervistata dal Sir, torna sulla “situazione d’emergenza” nel Mediterraneo, dove ogni giorno imbarcazioni e gommoni tentano di portare migranti africani verso le sponde europee. I morti in mare sono numerosi, mentre si moltiplicano i salvataggi, anche a opera di imbarcazioni di Ong. “Concentrarsi solo sul controllo delle frontiere non risolve” i problemi, spiega Cooper allargando il discorso, perché quella “è la tessera di un puzzle più grande” che vede coinvolti fattori quali “la stabilizzazione politica e lo sviluppo economico dei Paesi di origine, lo smantellamento delle reti di trafficanti dei Paesi di transito e l’apertura di canali legali che permettano ai rifugiati di arrivare in Europa in maniera sicura, senza doversi mettere nelle mani dei trafficanti”.
Cooper precisa: “Noi non abbiamo mai accusato le Ong di collusione e questo vorrei fosse chiaro. Abbiamo solo notato un trend nuovo sulle attività dei trafficanti rispetto a un paio di anni fa: la zona di soccorso ormai è diventata il confine con le acque territoriali libiche perché le imbarcazioni hanno carburante sufficiente solo per arrivare fin lì”. Segue un appello: per salvare le vite umane non c’è a disposizione “la quantità di navi necessaria per rendere sicuro il Mediterraneo con i suoi 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati”.