Funerali

Diocesi: Como, oggi il saluto a don Renzo Scapolo, sacerdote degli ultimi

“Siamo davanti a una figura di credente che ha inquietato molti, perché don Renzo non si è accontentato dei proclami o di buone intenzioni. Don Scapolo è stato un ‘prete scomodo’, sia per i fedeli, che per i confratelli sacerdoti e forse anche per i vescovi, come uno dei profeti che Dio, di tanto in tanto, invia a visitare il suo popolo”. Sono queste le parole con cui il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, ha ricordato questa mattina la figura di don Renzo Scapolo, sacerdote morto ieri all’età di 79 anni. Oltre quattrocento persone sono intervenute al funerale di un prete che ha fatto del sostegno agli ultimi il marchio distintivo del suo sacerdozio: dall’impegno nella missione diocesana in Argentina durante gli anni settanta, all’accoglienza dei profughi libanesi in arrivo nel comasco negli anni ottanta, fino alla partenza per i Balcani, nei primi anni novanta, per portare sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra. Un’esperienza che, dopo tanti viaggi durante gli anni del conflitto, lo portò a stabilirsi a Sarajevo alla fine della guerra, dal 1995 alla fine degli anni novanta, prodigandosi in iniziative umanitarie con l’associazione Sprofondo, fondata insieme ad un gruppo di fedeli laici. “Il suo stile, da vero pastore – ha proseguito mons. Cantoni – era quello di coinvolgere anche gli altri, di educare le comunità cristiane alla partecipazione, perché non rimanessero inerti davanti alle difficoltà, ma prendessero responsabilmente le iniziative più adatte, a qualunque costo”. Un sacerdote capace di provocare e scuote anche e soprattutto i giovani. “’Cosa fai per gli altri?’, mi ripeteva sempre mettendomi in crisi”, ha ricordato la nipote Daniela. Al termine della celebrazione anche il “grazie” della comunità libanese della città a quell’uomo che “28 anni fa ci ha custodito sotto il suo mantello”.