Cristiani perseguitati

Chiese Orientali: card. Sandri al Pio, “in molti hanno aperto gli occhi accorgendosi della presenza cristiana nel Medio Oriente” dopo guerre Siria e Iraq

“Al di fuori dei contesti accademici ristretti, in molti hanno aperto gli occhi accorgendosi della millenaria presenza cristiana nel Vicino e Medio Oriente, purtroppo attraverso quanto prodotto dalle guerre in Siria e in Iraq”. Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, aprendo questa mattina a Roma, il convegno (fino a domani) “Identità di una missione futura, tra passato e presente”, promosso congiuntamente dalla Congregazione e dal Pontificio Istituto Orientale (Pio), in occasione del loro centenario (1917-2017). “Ed è anche vero, nel disegno provvidenziale di Dio, – ha aggiunto il cardinale, gran cancelliere del Pio – che il sangue effuso dai martiri cristiani di ogni confessione in questi ultimi anni – basti pensare all’Egitto – ha generato un ecumenismo che ha anticipato nel sacrificio la piena unità che non è stata ancora raggiunta nel travagliato e dovuto dibattito teologico delle rispettive commissioni”. Nel suo saluto il card. Sandri ha ripercorso la storia della Congregazione e del Pio attraverso documenti e figure storiche di papi come Leone XIII, Benedetto XIV, Benedetto XV fino a san Giovanni Paolo II e Papa Francesco: “dentro questi grandi passaggi, alcuni davvero epocali, la vita quotidiana delle nostre Chiese, attraverso i volti e le storie di Pastori e fedeli, spesso eroici nel portare avanti la testimonianza cristiana in contesti segnati da molteplici difficoltà, dentro le stesse comunità e con i pericoli che le hanno insidiate e le insidiano dall’esterno”. “I due giorni che ci apprestiamo a vivere – ha affermato il Prefetto – vogliono risvegliare la memoria grata per il cammino percorso in questi cento anni, riconoscendo le luci e le ombre, le fatiche e le sfide, per proiettarci in avanti riconoscendo insieme “l’identità della missione futura” che il Signore ci affida”.

Una missione chiara, ha spiegato, se posta alla luce delle parole di Benedetto XV, che l’1 maggio di cento anni fa, scrisse: “Questa iniziativa – (la creazione della Congregazione, ndr), ma lo stesso dicasi anche del Pio – dimostrerà manifestamente come nella Chiesa di Gesù Cristo – la quale non è né latina, né greca, né slava, ma cattolica – non esiste alcuna discriminazione tra i suoi figli e che tutti, latini, greci, slavi e di altre nazionalità hanno tutti la medesima importanza di fronte a questa Sede Apostolica”. Dopo cento anni “la casa degli Orientali ormai è il mondo, e non più soltanto il Vicino e Medio Oriente, il Caucaso, l’Europa Orientale o il Kerala, nel sud dell’India”. A riprova di ciò il cardinale ha annunciato che domani si recherà in Australia per raggiungere e visitare le cinque eparchie orientali lì costituite. Il convegno in corso è uno degli eventi chiave del centenario della Congregazione per le Chiese Orientali e del Pio, che culmineranno con la messa che Papa Francesco celebrerà a Santa Maria Maggiore il prossimo 12 ottobre.