Omelia

Card. Bagnasco: “antidoti interiori e spirituali” contro la “cultura stanca dell’Europa”

“Gesù non esclude nessuno, siamo noi che a volte chiudiamo il cuore alle cose dello spirito. Ci chiudiamo con le nostre ostinazioni interiori, con la presunzione di saperne più degli altri, con l’egoismo della vita, vivendo distratti e presi da cose inutili. Quando pensiamo solo a noi stessi non vediamo più Dio, finiamo col non vedere neanche noi stessi, non sappiamo più chi siamo, smarriamo il senso delle cose di tutti i giorni, perdiamo di vista gli altri, tutto e tutti ci diventano estranei”. Lo ha detto questa mattina il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, a Paola (Cs) nell’omelia della celebrazione in occasione della festa di San Francesco. Il card. Bagnasco ha evidenziato come “lo vediamo nella nostra cultura occidentale, anche europea: quando si esclude Dio si perde di vista l’uomo”. “Solo lasciandoci amare da Dio diventiamo capaci di amare! Solo cosi riusciamo a fare il bene: le opere di misericordia, infatti, sono il frutto certo della fornace ardente a cui l’anima si scalda. Se non ci esponiamo all’amore di Gesù, il nostro agire potrà essere retto e utile, potrà soddisfare i bisogni degli indigenti, ma sarà freddo, non scalderà il loro cuore”. Per il presidente dei vescovi italiani, “chi stende la mano, cerca sì il pane del corpo, ma cerca anche quello dell’anima, il pane del sorriso, dell’ascolto, della parola buona, il pane della fede, per non scoraggiarsi e ritrovare fiducia in se stessi, forza per continuare a lottare, per non arrendersi e lasciarsi andare”.

Il presule ha posto l’attenzione sulla “cultura di illusioni di miti che promettono la felicità a buon mercato ma in realtà tolgono tutto, ci fanno spogli e tristi”. Quindi un passaggio sulla “cultura stanca dell’Europa” nei cui confronti “dobbiamo avere antidoti interiori e spirituali”. Per il card. Bagnasco, “il messaggio di San Francesco è di grande attualità per la Chiesa e per il mondo: tocca ai suoi figli e a tutti noi darne gioiosa testimonianza perché il volto di Gesù brilli nell’anima angosciata del nostro tempo: gli uomini troppo spesso sono distratti, hanno bisogno di figure alte, di esempi che risveglino l’attenzione e facciano pensare in grande, che creino rapporti di benevolenza, di nobiltà ed eroismo nelle vicende quotidiane. Quanto eroismo quotidiano nel nostro popolo, nei semplici e negli umili”.