Incontro alla Gregoriana

Amoris Laetitia: Bonfrate (teologo), “la complessità non può essere ridotta all’uniformità; questo interpella la coscienza della Chiesa e del magistero”

“La complessità non può essere ridotta all’uniformità; questo interpella la coscienza della Chiesa e del magistero”. Lo ha detto Giuseppe Bonfrate (Pontificia Università Gregoriana), intervenuto questa sera a Roma, presso l’Ateneo, alla presentazione dell’edizione italiana del volume “Amoris laetitia. Un punto di svolta per la teologia morale?” a cura di Stephan Goertz e Caroline Witting (collana “L’Abside”, ed. San Paolo). La Chiesa, sostiene Bonfrate, “deve interrogarsi con quali carismi e mezzi deve condurre questa stagione sinodale”. “Recependo il lavoro sinodale, al n. 36 il Papa ammette la responsabilità della Chiesa stessa”. Centrale, per il teologo, “il principio dell’incarnazione dove la sinodalità ha rilevanza ermeneutica, è capace di recepire le attese e le domande della gente. Solo in questo modo il cristianesimo si fa carne”. Secondo Bonfrate, “declinare pastoralmente la verità cristiana richiede di realizzare l’incontro tra dottrina e prassi come costitutivo dell’identità pastorale”. “Siamo chiamati a formare le coscienze – afferma -, non a costringerle ad obbedire”. Per il teologo, la Chiesa custodisce delle norme, ma lo fa non solo perché siano rispettate: “Custodisce delle norme come sapienza per liberare le persone”. Inoltre, la spiritualità cristiana familiare e matrimoniale non può discendere dall’alto; occorre “passare dal basso attraverso la realtà delle debolezze, delle ferite e dei limiti”.