Convegno Scienza & Vita

Buone cure: Cera (Casa Sollievo Sofferenza), “approccio olistico e assistenza spirituale riducono sofferenza malato fragile”

“Un approccio olistico multidisciplinare riduce la sofferenza globale del malato fragile, ma si traduce in percorso di umanizzazione delle cure solo se non rimane isolato ma diventa approccio di sistema”. E ancor più se “è accompagnato dalla cura spirituale del paziente”. Lo ha detto Gennaro Cera, medico, dottore di ricerca in bioetica (Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo), presentando uno studio alla tavola rotonda “Tra scienza, dedizione e normalità” in corso oggi, secondo e ultimo giorno del XV convegno nazionale e del XVII incontro delle associazioni locali di Scienza & Vita, sul tema “Rosso come l’amore. Accanto alla persona malata tra scienza, dedizione e normalità” (Roma, 26 – 27 maggio). A moderare la tavola rotonda Massimiliano Castellani, giornalista di Avvenire. “Un approccio integrato – spiega Cera – è in grado di migliorare lo stato clinico di pazienti terminali ospedalizzati ma anche la loro situazione psicologica, morale, sociale” perché sa entrare “nelle periferie esistenziali del mondo della fragilità”. Oggetto di studio 112 pazienti, degenza media di otto giorni, in grado di intendere e di volere, divisi in due gruppi. Al loro ingresso entrambi i gruppi sono stati sottoposti a valutazione multidimensionale dello stato clinico e della sofferenza globale (dolore fisico, esistenziale, sociale). Il primo gruppo è stato sottoposto a modello olistico di assistenza – clinica, piscologica, spirituale, sociale – attraverso un’équipe multidisciplinare; il secondo ha ricevuto cure secondo il modello tradizionale di buona pratica clinica. Alla dimissione sono stati sottoposti a rivalutazione di verifica: “Quelli trattati con modello multidisciplinare hanno mostrato rispetto agli altri un netto miglioramento dei diversi parametri considerati, tra questi anche le capacità cognitive, la depressione e lo stato di ansia”.