Politica e diritti

Accoglienza: Milano, sindaci della Città metropolitana sostengono la campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene”

Questa mattina, nel corso di un incontro pubblico, decine di primi cittadini hanno espresso il loro sostegno alla campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene” e alla legge di iniziativa popolare per cambiare la Bossi-Fini. Arianna Censi, vicesindaca della Città metropolitana di Milano, ha dichiarato: “Vedo un legame tra questa campagna, il corteo del 20 maggio e la firma del protocollo d’intesa per l’accoglienza da parte di oltre 80 sindaci dell’area metropolitana, ed è la sapienza, competenza ed esperienza degli amministratori locali. Nessuno meglio di loro, infatti, conosce i timori dei propri concittadini, ma nessuno meglio di loro conosce le modalità con cui si deve e si può intervenire”. Le ha fatto eco don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità, tra i promotori di “Ero straniero”: “I sindaci sono un elemento determinante della campagna, perché vivono l’accoglienza sui loro territori e sono portatori di quelle buone prassi che si devono trasformare in politiche strutturali”, ha detto. “Proprio per mobilitare i territori, come strumento concreto di questa campagna abbiamo scelto la legge di iniziativa popolare, per dare voce a quella straordinaria energia di umanità e solidarietà e domanda di coesione sociale che c’è nel Paese”.
Lorenzo Gaiani, sindaco di Cusano Milanino e presidente di Legautonomie Lombardia, ha affermato: “Sull’immigrazione vogliamo promuovere un cambiamento legislativo attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare, perché riteniamo che ogni firma in più che raccoglieremo sarà la manifestazione di quella sensibilità diffusa che sappiamo esserci tra i cittadini, che sanno andare oltre le menzogne di chi campa su paura, odio e divisione”. Presente all’incontro anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “Su questa proposta di legge i sindaci ci sono e sono tanti, perché sui loro territori riscontrano l’esigenza di cambiare il sistema di accoglienza così come è impostato”, ha esordito. “Quanto succede ora in Italia non è una risposta efficace al fenomeno migratorio, ma si continua a perpetrare l’irregolarità, che comincia con il viaggio e che si conclude, che si conclude, con oltre il 60% delle richieste di asilo respinte, con l’espulsione dai centri di accoglienza, e l’ingresso in clandestinità da parte delle persone che per due anni sono state accolte, aiutate a imparare l’italiano, a imparare un mestiere. Noi sindaci ci siamo chiesti – ha detto Gori – come accogliere superando l’irregolarità generata dalla legge attuale: dobbiamo puntare sull’integrazione. Non sarà facile, ma dobbiamo provarci”.