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Biotestamento: Marazziti, Dat sempre vincolanti ma non sono una gabbia

(DIRE-SIR) – “Le Dat sono sempre vincolanti, ma non devono essere una gabbia. Possono essere disattese se sono palesemente incongrue, non corrispondono alla condizione clinica attuale del paziente o se ci sono terapie nuove che offrono possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”. Lo dice il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Mario Marazziti. “Le Dat – ribadisce – sono sempre vincolanti, ma non devono e non possono mai essere una gabbia ai danni della persona stessa che ha sottoscritto le Dat, perché’ vengono applicate e utilizzate in un momento diverso della vita rispetto a quando vengono sottoscritte, un momento in cui qualcosa potrebbe essere diverso da ciò che è scritto nelle Dat, anche se sembra simile. Per questo il mio emendamento all’articolo 3 comma 5 della legge sul fine vita dice che le Dat possono essere disattese in tutto o in parte ‘quando appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente o qualora sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione, capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”.
Marazziti continua: “Una persona potrebbe per esempio aver scritto ‘Non mi intubate mai’ ma potrebbe avere uno shock anafilattico per la puntura di un insetto o per altri motivi da allergia forte. Se non viene intubato, muore. Se viene intubato, dopo alcuni giorni può tornare in buone condizioni di salute. Questo è un caso in cui il medico, che ha una responsabilità, può valutare, deve valutare alla luce del quadro clinico attuale del paziente o qualora sussistano terapie che non erano prevedibili all’atto della sottoscrizione, in grado di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”. Secondo il presidente della commissione Affari sociali, “è importante che si vada a costruire un sistema equilibrato capace di rispettare profondamente la volontà della persona su un tema così delicato come la fine della vita. Volontà che sono da tenere in considerazione – conclude – con la stessa attenzione e serietà anche, o ancor di più, quando la vita è debole e la persona non può esprimersi più direttamente e d’altro canto considerando che il medico, comunque, non è mai un esecutore testamentario. Con questo emendamento nel pieno rispetto della volontà della persona, evitiamo però che le Dat siano una gabbia e riconosciamo al medico il suo ruolo”.

(www.dire.it)