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Papa Francesco: a Roma Tre, “le migrazioni non sono un pericolo, sono una sfida per crescere”

“Le migrazioni non sono un pericolo, sono una sfida per crescere”. Lo ha detto il Papa, salutato da un applauso, in risposta alla domanda di Nour, la ragazzi siriana di 31 anni che è arrivata in Italia da Lesbo insieme al Papa, ospite del suo volo assieme ad altri undici rifugiati, nell’aprile 2016. Francesco ha stigmatizzato il sentimento di “paura” di cui dice: “Se viene gente di un’altra cultura perdiamo l’identità europea”. “Io mi domando”, le parole di Francesco: “quante invasioni ha avuto l’Europa dall’inizio? È stata fatta di invasioni, di migrazioni… È stata fatta artigianalmente”. “E lo dice uno che viene da un Paese dove più dell’80% sono migranti”, ha affermato Francesco ricordando che in Argentina, “dal 1880 al 1950, fino al dopoguerra, ci sono state ondate migratorie da tutti i Paesi. Un paese meticcio, il sangue si è mischiato. Non abbiamo una bella identità, questo perché non sappiamo gestire le cose”. “Conoscete gli scherzi che si fanno con gli argentini: sono giusti!”, ha scherzato il Papa: “Questo è il peccato nostro, ma non è una cosa cattiva delle migrazioni”. Quanto alla “paura sul problema dei migranti”, il Papa ha ricordato “quel giorno a Lesbo, ho sofferto tanto quel giorno: loro sono saliti sull’aereo prima che arrivassi io, qualcuno è andato a dire che dovevano scendere per salutare il Papa… non volevano scendere, avevano paura di rimanere lì!”.

“È importante, il problema dei migranti, pensarlo bene oggi, perché c’è un fenomeno migratorio così forte”, la proposta: “Pensiamo all’Africa e al Medio Oriente, verso l’Europa. Non è fare politica partitista, è dire una realtà: c’è la guerra, e fuggono dalla guerra, o c’è la fame, e fuggono dalla fame. Quale sarebbe soluzione ideale? Che non ci sia la guerra e non ci sia la fame, cioè fare la pace o fare investimenti in quei posti perché abbiano risorse per lavorare e guadagnarsi la vita, ma se c’è la fame fuggono”. “In alcuni paesi hanno una cultura dello sfruttamento, c’è gente sfruttata, noi andiamo là per sfruttarli”, il grido d’allarme del Papa: “Un primo ministro di un Paese dell’Africa mi ha detto che il primo lavoro che lui ha fatto nel suo governo è la riforestazione del Paese, perché le ditte internazionali erano andati là e avevano ‘sforestato tutto’. Hanno sfruttato. Non sfruttare! Non facciamo i potenti che vanno a sfruttare. Loro hanno fame perché non hanno lavoro e non hanno lavoro perché sono stati sfruttati”.