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Diritto d’asilo: Fondazione Migrantes, presentato a Torino Report 2017, dedicato ai minori rifugiati

Rivedere la legge sull’immigrazione, al fine di “creare canali di ingresso a diverso titolo”, “superare la volontarietà di adesione dei Comuni italiani rispetto alla doverosa accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati per giungere così a una vera accoglienza decentrata”; “creare in ogni territorio servizi di accompagnamento, non solo per richiedenti asilo, ma per tutte le persone di quel territorio in difficoltà lavorativa ed abitativa, anche grazie ai fondi dell’accoglienza e all’accompagnamento all’autonomia”. Sono alcune delle proposte contenute nel volume “Il Diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes presentato oggi a Torino, alla presenza, fra gli altri, dell’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia e del direttore generale Migrantes e arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego. Tra le altre proposte per uscire dall’empasse in Italia l’organismo pastorale chiede di “prevedere, come già avviene in altri paesi europei, la possibilità anche nella fase della domanda d’asilo di trasformare un permesso di soggiorno per richiesta di asilo in un permesso umanitario o in un permesso di lavoro”. Questa flessibilità normativa “supporterebbe tutti quei casi in cui il richiedente asilo, durante il periodo di accoglienza in Italia, abbia seguito corsi di italiano, di formazione e inserimento lavorativo o abbia svolto attività di volontariato o di aiuto alla comunità”. Queste situazioni “favoriscono infatti l’inserimento sociale della persona e normalmente la aiutano a raggiungere una proficua autonomia abitativa e lavorativa, che però oggi necessita di essere riconosciuta da un permesso di soggiorno coerente alla situazione di fatto (se questa è positiva)”.

Inoltre, per Migrantes occorre “mettere in piedi un reale ed effettivo sistema di tutela e accompagnamento” per i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, “riuscendo ad accompagnarli in sicurezza anche in un altro paese europeo se lì hanno figure adulte di riferimento” e riuscire, in “tempi brevi e certi”, a dare ad minore che arriva su territorio italiano “un tutore debitamente formato”. Inoltre, sempre per Migrantes, occorre “creare accoglienze dignitose per i Minori che coinvolgano tutte le regioni e che prevedano il coinvolgimento anche di famiglie o siano in semiautonomia e non solo presso comunità per minori” oltre all’attivazione di “programmi ponte di tutela, per non farli cadere nell’abbandono al compimento dei 18 anni”.