Clero

Diocesi: Pistoia, domani il vescovo ordina un nuovo sacerdote e per l’occasione scrive una lettera sulla “grazia e responsabilità di essere preti oggi”

Domani la Chiesa di Pistoia accoglierà un nuovo sacerdote. Nella solennità dell’Immacolata Mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, celebrerà alle ore 18 l’ordinazione presbiterale di Gianni Gasperini presso la cattedrale di San Zeno. L’ordinazione presbiterale di Gianni cade in una stagione povera di vocazioni al sacerdozio: “Dio sa – ricorda per l’occasione il vescovo – quanto abbiamo bisogno di preti e di preti santi, dediti anima e corpo al ministero apostolico e profondamente innamorati di Cristo. Ci stringiamo pertanto attorno a don Gianni Gasperini; preghiamo per lui e con lui diamo lode al Signore”.
Proprio l’otto dicembre di tre anni fa Mons. Tardelli entrava a Pistoia come nuovo pastore della diocesi; una ricorrenza “motivo di sincera gratitudine al Signore”, che ha anche suggerito al vescovo la stesura di una lettera indirizzata alla diocesi di Pistoia dal titolo “La grazia e la responsabilità di essere preti oggi a Pistoia”. Si tratta di un breve testo sulla vita e le responsabilità del prete, “perché da parte di tutto il popolo cristiano si apprezzi sempre di più il dono del sacerdozio ministeriale e perché gli stessi presbiteri possano corrispondere al meglio al dono ricevuto”. Su questa linea mons. Tardelli indica alla Chiesa di Pistoia il valore e il compito del sacerdozio, evidenzia rischi e difficoltà, descrive punti di forza, debolezze e criticità del presbiterio pistoiese. Un’analisi a cuore aperto, sincera e appassionata che indica il “bisogno di un ‘colpo d’ala’: per far meglio ed essere in tutto e per tutto dei veri ‘pescatori di uomini’, se non altro con più gioia, fantasia e abbandono fiducioso nelle braccia del Padre”. I presbiteri – si legge nella lettera – non sono degli operatori sociali, bensì uomini di Dio altissimo che in Gesù Cristo ha dato possibilità di vita nuova ai peccatori e ha aperto all’umanità le porte del cielo. Essi hanno una missione eminentemente spirituale ma non per questo disancorata dalla realtà; piuttosto concentrata su quello che è il senso stesso della vita, il suo fine, la sua meta: Dio in Cristo.