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Vita pastorale: Belletti (Cisf), “in famiglia la relazione tra le persone a volte sostituita da interazioni digitali”

Da un lato, gli adulti di età matura con figli grandi sono presenti “moderatamente in rete” (il 13,4%); dall’altro, single giovani e coppie di giovani (il 34,2%), sono molto più immersi nel mondo delle tecnologie. È quanto emerge dal rapporto del Centro internazionale studi sulla famiglia, che ha realizzato oltre 3mila rilevazioni sull’uso delle tecnologie digitali in famiglia, i cui risultati, anticipati dal Sir, sono pubblicati sul numero di gennaio di “Vita pastorale”. Partendo dalla considerazione che “la vita quotidiana di ciascuno di noi, ormai, è fortemente intrecciata con strumenti e supporti digitali, che hanno modificato il rapporto con la realtà”, il direttore del Cisf, Francesco Belletti, segnala un fenomeno in atto. “Dal rapporto Cisf emerge un processo che può essere definito di ‘ibridizzazione delle relazioni familiari’, in cui la relazione diretta tra le persone è integrata, a volte sostituita, da relazioni digitali, da interazioni a distanza”. Forme che “possono anche sostituire – spiega Belletti – le relazioni faccia a faccia, a favore di messaggi inviati sullo smartphone, in cui ci si tiene a distanza”. La crescente digitalizzazione delle comunicazioni e delle interazioni familiari, invece, “può rivelarsi estremamente positiva”, e “non sostitutiva”, “nelle situazioni in cui la distanza fisica è un dato non facilmente superabile”. In sintesi, la famiglia “ibridata” propone una “forma diversa di relazionalità”, che “non sempre rafforza i legami tra i membri della famiglia”. Perché “essere costantemente connessi non sempre significa ‘essere in relazione’”.