Società
Sono circa 100, tra giovani e adulti, le persone che hanno completato presso la Comunità Papa Giovanni XXIII, nelle sue sedi italiane e all’estero, il percorso terapeutico per l’uscita dalla droga. Il 26 dicembre si ritroveranno a Rimini (anche dal Brasile e dai paesi dell’est) per celebrare nella parrocchia della Resurrezione, che fu di don Oreste Benzi, il riconoscimento della propria vittoria personale su droga, alcool e gioco d’azzardo. Circa 400 familiari verranno a stringere la mano ai propri figli ritrovati: presiederà l’Eucarestia l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. Tra i 100, dodici sono donne. In Italia sono 22 le comunità; 17 i centri all’estero. Il percorso di recupero dura in media 3 anni. Al termine, il riconoscimento è un momento di rinascita per intere famiglie. Per i più giovani è il tempo di guardare al futuro: M., entrato in comunità nel vicentino a 17 anni ora ne compirà 20; un altro ragazzo, A. di 25 anni, ha deciso di partire per un anno di servizio civile in Bolivia; un altro giovane ha terminato il conservatorio e si prepara a diventare maestro di oboe. “Siete giovani che nel cammino di liberazione dalle dipendenze avete scoperto i vostri talenti, ora sappiate metterli a frutto per il bene comune e dei più poveri” dice loro il responsabile della Comunità Giovanni Paolo Ramonda. Con riferimento alla politica osserva: “Assistiamo ad un crollo verticale dell’attenzione al tema delle dipendenze patologiche, soprattutto per quanto riguarda quelle più tradizionali come droghe ed alcool. Il prossimo governo definisca una delega, e riattivi la consulta di esperti ed i percorsi previsti dal testo unico 309/90”.