Appello

Cooperazione: Arci e Arcs, “urgente e indispensabile modificare la destinazione delle risorse del Fondo per l’Africa usate per esternalizzare e militarizzare le frontiere”

“È urgente e indispensabile modificare la destinazione d’uso” delle risorse previste nel Fondo per l’Africa, stanziato con la legge di Bilancio con una dotazione di 200 milioni di euro. “Il fondo, anziché finanziare soltanto azioni in favore delle popolazioni africane in difficoltà, prevede stanziamenti consistenti per interventi di contrasto all’immigrazione e controllo delle frontiere”. È quanto rilevano in una nota Arci e Arcs (ong dell’Arci) sull’utilizzo improprio di una parte delle risorse del Fondo per l’Africa. “Parte di questi fondi – prosegue la nota – sono inoltre transitati per il contenitore europeo dei Fondi fiduciari, dando luogo a un sistema di vasi comunicanti – sia tra Italia ed Europa, sia tra ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione italiana e Ministero degli interni, sistema che rende difficile la tracciabilità dei fondi e il monitoraggio del loro utilizzo”. Arci e Arcs si riferiscono, per esempio, al fondo per il Niger: “50 milioni di euro che, transitando per il Fondo fiduciario europeo, vanno direttamente a rafforzare il budget strutturale di uno dei Paesi più poveri al mondo. Con questi fondi il Niger s’impegna a creare nuove unità specializzate per il controllo dei confini e nuovi posti di frontiera”. E ai “10 milioni di euro, gestiti dal Ministero degli Interni Italiano, che si aggiungono ad altri 2.500.000 euro destinati a finanziare la riparazione di quattro motovedette assegnate alla guardia costiera libica, responsabile di operazioni violente di intercettazioni e respingimento dei migranti in mare”. Per Arci e Arcs, “è evidente che l’uso dei fondi allo sviluppo per attività di controllo delle frontiere, con sistematiche violazioni dei diritti umani, rappresentano una palese negazione del principio di ‘cooperazione e dialogo’ volto a favorire il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che vivono in situazioni di disagio socioeconomico nel continente africane”. Nella nota si chiede il “corretto utilizzo” delle risorse “per attività di cooperazione allo sviluppo, come previste dalla legislazione italiana ed internazionale”. Arci e Arcs hanno anche stilato un documento che verrà inviato al presidente del Consiglio, al ministro degli Affari esteri e a tutti i parlamentari.