Riepilogo

Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Italia: morto il boss Riina, scontava 26 ergastoli. Oggi a Göteborg summit sociale Ue

Cronaca: morto Totò Riina, boss di Cosa nostra. Stava scontando 26 ergastoli per decine di omicidi

È deceduto questa notte, alle 3.37, nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma, Totò Riina, ritenuto il capo di Cosa nostra, che ieri aveva compiuto 87 anni. Operato due volte nelle scorse settimane, dopo l’ultimo intervento era entrato in coma. Riina, malato da anni, dopo una lunga latitanza, era detenuto al regime 41 bis da 24 anni. Ieri il ministro della Giustizia aveva concesso ai familiari un incontro straordinario con il boss. Riina stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra cui gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino. Sua la scelta di lanciare un’offensiva armata contro lo Stato nei primi anni ’90. Mai avuto un cenno di pentimento, solo tre anni fa, parlando con un co-detenuto, si vantava dell’omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati.

Ue: oggi a Göteborg il summit sociale dell’Unione europea su lavoro, diritti e welfare

Si svolge oggi a Göteborg, Svezia, il summit sociale promosso dall’Unione europea, co-presieduto dal presidente della Commissione Juncker e dal primo ministro svedese Löfven. Saranno presenti i leader dei Paesi membri, i responsabili delle istituzioni comunitarie, le parti sociali. Al termine del vertice (trasmesso in diretta web, www.socialsummit17.se) sarà proclamato il Pilastro sociale dell’Ue, per promuovere “miglioramenti reali” nella vita delle persone e indicare come “garantire l’accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e decenti, il sostegno nella transizione verso i nuovi lavori di domani”. Il Pilastro europeo dei diritti sociali mira inoltre a definire nuovi e più efficaci diritti per i cittadini. Nel corso della giornata i leader discuteranno anche il futuro della politica di istruzione e cultura: due giorni fa la Commissione europea aveva definito il piano per la creazione di uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.

Germania: a due mesi dalle elezioni non c’è ancora il governo. Merkel prosegue le trattative

A quasi due mesi dal voto (24 settembre), proseguono a Berlino le trattative per la costituzione del nuovo governo. Angela Merkel, leader del primo partito, la Cdu, aveva indicato la mezzanotte del 17 novembre come data ultima per un accordo con verdi e liberali, per costituire la cosiddetta “coalizione giamaica”, ma permangono punti di distanza tra i partiti. Christian Lindner, capo dei Liberaldemocratici dell’Fdp, manifesta ottimismo sulla possibilità di superare le rimanenti differenze, anche perché in caso di fallimento delle trattative sarebbero indette nuove elezioni che potrebbero andare a tutto vantaggio dei partiti populisti ed euroscettici, a cominciare dall’AfD.

Yemen: popolazione alla fame, dilaga il colera. Nuovo allarme delle Nazioni Unite

L’Onu lancia un nuovo allarme per lo Yemen, afflitto da guerra civile e colera e dove tutti i punti d’ingresso al Paese sono chiusi dal 6 novembre per volontà dell’Arabia Saudita, dopo il lancio di un missile verso Riad. Se le vie di accesso al Paese non vengono subito riaperte – affermano fonti del Palazzo di vetro –, migliaia di persone, fra cui molti bambini, rischiano di morire. I sauditi scaricano ogni responsabilità sul nemico che combattono da anni: i ribelli sciiiti Houti dello Yemen. Adel Al-Jubeir, ministro degli esteri saudita, ha affermato: “Sono loro gli unici responsabili se la gente muore di fame perché assediano le città e i villaggi, impediscono che arrivino gli aiuti e bombardano quelle aree”. Riad ha aggiunto che gli aiuti possono entrare dai porti liberati ma non da Hodeidah che però è quello da cui passano la maggior parte dei rifornimenti. Lì 29 navi piene di cibo, medicine e carburante sono rimaste bloccate da mercoledì. Nel Paese, su 27 milioni di abitanti oltre 20 milioni necessitano di assistenza umanitaria.

Cambogia: sciolto il Cnrp, principale partito di opposizione. Il premier Hun Sen è in carica da 32 anni

La Corte Suprema cambogiana ha ordinato ieri lo scioglimento del principale partito di opposizione, il Cnrp (Partito cambogiano di salvezza nazionale), accogliendo una richiesta presentata dal ministero dell’interno poche settimane fa, in relazione al presunto tentativo del Cnrp di far cadere il governo con una rivoluzione popolare. Il verdetto elimina in sostanza il principale ostacolo alla riconferma del primo ministro Hun Sen, al potere dal 1985, nel voto legislativo del prossimo luglio. Oltre 100 membri del partito d’opposizione sono stati estromessi dall’attività politica per 5 anni. Il Cnrp è l’unico partito di minoranza a essere riuscito a eleggere rappresentanti in parlamento dopo il voto del 2013, in cui ottenne il 46 per cento delle preferenze popolari contro il 51 per cento del partito di maggioranza, il Partito popolare cambogiano. In un’intervista concessa al quotidiano britannico The Guardian prima dello scioglimento del partito, il leader d’opposizione Mu Sochua aveva definito la mossa del primo ministro Hun Sen l’ennesimo attacco alla democrazia in Cambogia.