Accoglienza

Marcia migranti: mons. Moraglia (Venezia), “aiuto dato con prontezza per fronteggiare l’emergenza”. Ora “ognuno faccia la sua parte. Nessuno si sottragga a impegni e responsabilità”

“In queste ore, come Chiesa di Venezia, abbiamo cercato di alleviare una situazione che rischiava di deflagrare: è stato un intervento di tipo emergenziale, messi di fronte ad una situazione singolarissima – di vera difficoltà ed emergenza oggettiva, che rischiava di ‘incartarsi’ e di aggravarsi ulteriormente – a cui abbiamo offerto una risposta con la disponibilità dei nostri parroci che ringrazio, insieme alle loro comunità, per l’aiuto dato con prontezza”. Lo ha dichiarato al settimanale diocesano “Gente Veneta” il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, a proposito della vicenda relativa all’ospitalità e all’accoglienza nella scorsa notte di oltre 200 persone richiedenti asilo – “in marcia” da Cona a Venezia – in patronati e strutture parrocchiali e diocesane della zona di Mira. “Dare una mano, ospitare, accogliere, venire incontro a chi si trova in situazione di vero disagio: ecco quello che abbiamo fatto. Per questo ho chiesto alle comunità parrocchiali coinvolte di aprire le porte delle loro strutture; il vicariato interessato è quello della Riviera e delle sue collaborazioni pastorali”, ha aggiunto il presule, che ha ricordato: “Sono stati distribuiti pasti, messe a disposizione coperte, in una di queste strutture c’era anche a disposizione un medico che ha prestato la sua opera, visitando alcune persone… Sento, quindi, il dovere e la gioia di ringraziare tanti che si sono impegnati e mobilitati in queste ore con uno spirito di servizio, di sacrificio ed una generosità notevoli ed encomiabili”.
Richiamando le parole scritte alla Chiesa di Venezia per la Giornata mondiale dei poveri, il patriarca ha evidenziato che oggi “la sfida è costruire una società che sia realmente inclusiva, accogliente, capace d’incontrare gli altri anche innanzi a diritti che configgono. Per far questo è necessario, quindi, che nessuno – dalle istituzioni agli enti locali, dalla politica alla società civile e alle realtà ecclesiali – si sottragga al senso profondo ed autentico del proprio impegno e delle proprie responsabilità. C’è bisogno che ognuno faccia la sua parte, non eliminando o accantonando difficoltà e problemi ormai ‘strutturali’ per il nostro vivere di oggi ma aiutando concretamente a risolverli, in modo lungimirante e realista”. Infatti, “la questione centrale rimane sempre quella di mantenere l’uomo al centro, nella sua dignità e nel suo valore da rispettare e nel suo essere soggetto imprescindibile, insieme, di diritti e doveri”. E ha concluso: “In queste ore si è fatto fronte in tempi brevi ad un’emergenza, con grande impegno e dedizione. Pensare che tale situazione si possa protrarre ancora non sarebbe realistico e confidiamo, quindi, nel lavoro delle istituzioni”. Info: www.genteveneta.it