Assemblea generale

Vescovi Usa: mons. Pierre (nunzio), “giovani, missione e Dio sono le tre passioni su cui la Chiesa americana deve riflettere”

(da Baltimora) “I giovani, la missione, Dio stesso: sono le tre passioni su cui invito la Chiesa americana a riflettere”. Il nunzio apostolico negli Stati Uniti, mons. Christophe Pierre, intervenendo alla sessione invernale della Conferenza episcopale statunitense che è cominciata ieri a Baltimora, ha voluto sollecitare l’episcopato a non considerare la celebrazione del 100° anno di costituzione della Conferenza episcopale come un semplice anniversario, ma come un cammino appassionato che superi “l’indolenza o il grigiore del pragmatismo quotidiano per essere un’eredità vitale”. E ha ripetuto più volte: “Non siate scoraggiati”. Il nunzio ha citato Papa Francesco per sottolineare la passione che deve accompagnare l’evangelizzazione, tenendo conto anche delle sfide che la Chiesa statunitense sta attraversando. “Attualmente il 25% degli americani si dichiara non affiliato a nessuna fede e 20 milioni di persone cresciute come cattoliche attualmente non si riconoscono in nessuna esperienza religiosa – ha detto monsignor Pierre -. Se poi guardiamo i giovani, il 50% degli under 30 si dichiara non credente e tra questi ci sono 14 milioni di Latinos, nati ed educati come cattolici e ora anche loro senza alcuna fede”. Da qui la necessità di un investimento sui giovani attraverso una catechesi solida che favorisca però lo sviluppo della persona. Il nunzio ha invitato le università, le scuole, i campus a presentare una Chiesa “sposa e non apparato burocratico, una Chiesa testimone credibile, in difesa della dignità della persona umana e della creazione e la vostra reazione agli episodi di razzismo ha mandato ai giovani un messaggio di Chiesa profetica in difesa di ogni razza e le vostre opere di carità durante gli uragani hanno mostrato la bontà. Essere testimoni credibili mostra la bellezza della nostra fede”.
Sulla missione il nunzio ha più volte ribadito che l’evangelizzazione è anzitutto “costruire una cultura dell’incontro”. E ha citato le quattro caratteristiche di un nuovo evangelizzatore: audacia, coerenza, urgenza e gioia. Il messaggio video di Papa Francesco inviato durante il 5° incontro nazionale di pastorale ispanica, continua ad essere attuale soprattutto quando incoraggia “a condividere le diverse esperienze e tradizioni e ad abbattere i muri, costruendo ponti. ‘Bisogna andar fuori, uscire dalle zone di conforto per essere un lievito di comunione’, ricordava il Papa”. Modelli di questa evangelizzazione sono già presenti nella Chiesa americana: una è Francesca Cabrini con la sua passione per i migranti e l’altro è Junipero Serra, infaticabile costruttore di missioni in California. Il nunzio ha invitato a guardare anche ad una santità ordinaria, come quella di Solanus Casey, “un portantino che ascoltando i problemi della gente, confortandola nelle difficoltà, mostrando compassione, ha di fatto portato luce nel buio della vita di tanti”. Monsignor Pierre ha esortato i vescovi a non essere scoraggiati dai cambiamenti demografici, dalla crescita del secolarismo e dalla dittatura del relativismo perché “ci sono segni che la Chiesa cresce nel Sud e ad Ovest e quest’anno è stata inaugurata anche una nuova cattedrale a Raleigh (Nord Carolina). E poi tanti ispanici e latini con la loro fede e il senso di appartenenza alla cattolicità sono una nuova primavera dell’evangelizzazione”.
L’ultimo richiamo è alla vita di preghiera e di unione con Dio perché il rischio anche per un vescovo è quello di “diventare un funzionario, un manager e che il tempo chiesto dalle questioni amministrative lo rubi di fatto al silenzio, allo spazio di Dio, mentre è lì che si trova il discernimento del sentiero che porta alla vita noi stessi e il nostro gregge”. La conclusione è ancora una volta un incoraggiamento “a guardare avanti appassionatamente verso le nuove frontiere della fede, pieni di speranza e di gioia”.