Assemblea generale

Vescovi Messico: “Ricostruire tessuto sociale e civile”. Tre criteri in vista delle elezioni del 2018

“Numerosi analisti hanno fatto notare che la grande mobilitazione dei cittadini di fronte al terremoto deve subito incanalarsi in una mobilitazione per costruire una società civile più organizzata, più partecipativa e più responsabile del bene comune nazionale”. È uno dei passaggi dell’intervento con il quale ieri il cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara e presidente della Conferenza episcopale messicana (Cem), ha aperto i lavori dell’assemblea plenaria dei vescovi messicani. Il card. Robles Ortega, che ha messo in evidenza la grande opera di solidarietà posta in atto dalla Chiesa attraverso la Caritas e le singole diocesi in queste settimane, ha continuato spiegando che in questo compito di riorganizzazione della società civile “il lavoro della Chiesa è insostituibile”. Infatti, “la ricostruzione non può essere solo materiale. La principale ricostruzione che oggi è chiesta al nostro Paese è di ordine spirituale, culturale e sociale”. Il presidente della Cem ha ricordato le profonde radici religiose del popolo messicano, forgiato, pur nelle sue differenze culturali ed etniche, attorno all’apparizione della Vergine di Guadalupe.
Per questo i vescovi propongono un “cammino di rinnovato incontro con Santa Maria di Guadalupe, che ci permetta di collaborare nella ricostruzione spirituale e materiale della nostra nazione. In quest’ottica, gli sforzi che abbiamo orientato verso il 2031 e il 2033 (rispettivamente 500° anniversario dell’apparizione di Guadalupe e bimillenario della redenzione, ndr), compreso il nostro Progetto globale, sono quanto mai importanti”.
Il card. Robles si è infine espresso sulla campagna elettorale per le presidenziali, che si terranno nel 2018. Ha sottolineato che “mai come ora lo scenario è definito da sfiducia e insoddisfazione”: i partiti politici tradizionali perdono consenso, i candidati indipendenti sembrano offrire un’alternativa che alla prova pratica spesso non si rivela credibile. In tal modo “il voto dei cattolici esercitato in coscienza è quanto mai arduo”.
In tale contesto la Chiesa si esprime attraverso tre punti essenziali. In primo luogo “la Chiesa come istituzione non deve fare propaganda per alcun partito o candidato. Non è la nostra missione sostituire le coscienze, ma piuttosto illuminarle”. In secondo luogo, “bisogna evitare che il nostro popolo si convinca che il criterio è quello di scegliere il male minore”, semmai quello del “bene possibile”. Cercare il bene possibile oggi significa “promuovere ogni contributo al bene comune, alla pace, alla sicurezza, all’incertezza, alla giustizia, al rispetto dei diritti umani, alla reale solidarietà con i più poveri ed esclusi. In terzo luogo, ha concluso il presidente della Cem, va stimolata “la più ampia partecipazione possibile da parte dei cittadini”.