Convegno ecclesiale Caserta
Come 55 anni fa all’apertura del Concilio, “ancora oggi, alcuni profeti di sventura insistono nel diffondere uno sguardo triste e scoraggiante sull’era attuale o addirittura sulla situazione che vive la Chiesa”, osserva mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, inaugurando questo pomeriggio a Caserta l’ottavo convegno ecclesiale diocesano “Morir d’amore”. Purtroppo ancora oggi, avverte, molti “percepiscono la Chiesa più come una serie di strutture fredde e distanti dall’uomo, piuttosto che come una ‘Famiglia di famiglie’ che irradia la gioia del Vangelo. L’Amoris Laetitia incarna quindi una rinnovata simpatia, che non è appiattimento remissivo e omologazione acritica, fra Chiesa e mondo contemporaneo”. In questo orizzonte, spiega il segretario della Cei, “attraverso i religiosi discepoli di don Luigi Guanella, nei baraccati di Fondofucile in periferia di Messina, alcuni mesi fa dagli stimoli dell’esortazione post-sinodale è sorto un Centro gratuito di consulenza giuridica, per custodire i diritti della povera gente”, perché il cristianesimo è “un umanesimo integrale” e c’è un nesso profondo fra “il cammino suscitato dal Convegno ecclesiale di Firenze e le sollecitazioni emerse nell’Amoris Laetitia, soprattutto su come accompagnare le famiglie più ferite”. Nell’impegno di accompagnare separati, divorziati e abbandonati rientrano anche le “case per persone separate”, soprattutto padri, che stanno sorgendo in diverse diocesi attraverso Caritas e Uffici famiglia. Per Galantino, lo sguardo della misericordia “umanizza e, aldilà di ciò che può dire qualcuno, non toglie forza alla verità del Vangelo; anzi la illumina”.