A 20 anni dalla morte

Don Di Liegro: mons. De Donatis (vicario Roma), “è stato un uomo contemporaneo, voce del nostro tempo, uno dei preti romani che hanno sofferto con la loro gente in periferia”

“L’esperienza di don Luigi continua a trasmettere appelli d’amore a tutti noi e continua a farci vivere la dimensione dell’amore che ha testimoniato”. Lo ha detto il vicario del Papa per la diocesi di Roma, mons. Angelo De Donatis, durante l’omelia della Messa in memoria di don Luigi Di Liegro, nel 20° anniversario della sua morte, celebrata questa sera dall’arcivescovo ai Santi XII Apostoli. Nella basilica dei frati minori conventuali il fondatore della Caritas diocesana organizzava le celebrazioni eucaristiche in memoria del beato Oscar Romero. Nell’atrio oggi sono accolti gli sgomberati dall’edificio di via Curtatone. “A vent’anni della sua morte non riusciamo a fare una commemorazione, ma percepiamo il dono della sua vita ancora presente, una vita luminosa davanti la diocesi di Roma in cui ha operato e si è identificato”, ha sottolineato il presule. Mons. De Donatis ha richiamato due date fondamentali nella vita di don Di Liegro: l’11 e il 12 ottobre. “L’11 ottobre del ‘62 – ha aggiunto – si apriva il Concilio vaticano II. Quella data riassume bene la vita di don Luigi, uomo accogliente dell’appello ad asciugare le lacrime, a fare qualcosa, a entrare nella tristezza e nell’amarezza della vita altrui con lo spirito del Samaritano. Così alla luce del 12 ottobre può consegnare la sua vita al Signore risorto”. Ad ascoltare le parole dell’arcivescovo, diverse persone che hanno collaborato con don Di Liegro. A concelebrare anche mons. Guerino di Tora, presidente della Fondazione Migrantes e tra i suoi successori nella guida della Caritas di Roma. “Un aspetto importante nella sua personalità – ha affermato l’arcivescovo – è stata la sua convinzione di appartenenza profonda al presbiterio di Roma”. Mons. De Donatis ha ricordato anche l’aiuto offerto a tanti preti. “Quando l’ho conosciuto ero seminarista. Ho sempre toccato con mano il suo anelito di comunione e di missione. Don Luigi è stato un uomo contemporaneo, voce del nostro tempo, uno dei preti romani che hanno sofferto con la loro gente in quella periferia che si andava formando negli anni di crisi del dopoguerra”.