Laudato si'

Clima: Figueres (esperta Onu), “agire ora, anche spostando gli investimenti”

Come possiamo ridurre le emissioni di gas serra prima che sia troppo tardi?” “Anche accompagnando il nostro impegno morale con decisioni finanziarie, spostando gli investimenti di capitale dai combustibili fossili all’energia verde”. Ne è convinta Christiana Figueres, già segretario esecutivo della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici e ora a capo di “Mission 2020” per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. L’esperta è intervenuta oggi a Roma al convegno internazionale in corso alla Pontificia Università Lateranense sulla “Laudato sì e gli investimenti cattolici”, organizzato da numerose realtà della società civile, tra cui Focsiv, Cafod, Cidse e i religiosi. “È necessario, auspicabile e realizzabile invertire la curva di emissioni di gas serra entro il 2020 – ha affermato Figueres -. Se non si ridurranno, avremo uno spostamento epocale di persone a causa dell’impatto sul clima, che crescerà in intensità e frequenza. I Paesi in via di sviluppo dovranno investire risorse per ricostruire le infrastrutture essenziali, togliendole ai servizi di base come la sicurezza alimentare, la sanità, l’istruzione”. L’esperta ha ricordato che il 2016 è stato “l’anno più caldo nella storia della terra” eppure, nonostante le evidenze scientifiche, “c’è stata una politicizzazione del tema dei cambiamenti climatici”: “Non dovrebbe essere un tema politico ma sociale”. “La mia speranza – ha detto – è data dal fatto che per tre anni di seguito le emissioni di gas serra sono rimaste nonostante la crescita del Pil dei Paesi in via di sviluppo. Forse riusciremo a svincolare i gas serra dal Pil. Poi dal 2008 abbiamo avuto una crescita inarrestabile delle energie rinnovabili e progressi tecnologici vertiginosi, perché le giovani generazioni stanno concentrando le loro energie su questo”. A proposito degli investimenti  ha auspicato che “tutti gli operatori economici e finanziari capiscano questa necessità”. “Invito ognuno di noi ad agire – ha concluso – perché è necessario per generazioni future e per i più vulnerabili del pianeta”