Riti pasquali

Diocesi: Taranto, domani Via Crucis in carcere

Non dovrebbero superare i 300, invece sono 499 i detenuti della casa circondariale di Taranto. Un sovraffollamento in linea con quello delle carceri italiane. Ed allora anche piccoli gesti di fraternità provenienti “dall’esterno” diventano motivo di gioia. Per questo le confraternite dell’Addolorata e del Carmine dopodomani entreranno in carcere per una singolare Via Crucis che si richiamerà ai riti del triduo pasquale tarantino. I confratelli, per l’unica volta in processione tutti insieme, saranno vestiti con gli abiti della tradizione e porteranno alcuni simboli, come la Croce dei Misteri, su cui sono raccolti gli emblemi delle ultime ore di vita di Gesù e la troccola, uno strumento in legno con cui si scandisce il ritmo della processione. La banda eseguirà le classiche marce funebri. “Siamo al settimo anno – spiega il priore della confraternita dell’Addolorata, Raffaele Vecchi – ed è ormai un momento imprescindibile. Gesù ci ha insegnato che abbracciando la Croce si dona la vita. Noi vogliamo essere testimoni di speranza”. “Quello della Via Crucis è forse il momento più atteso da parte della popolazione detenuta- afferma la direttrice della casa circondariale di Taranto, Stefania Baldassarri – ed è vissuto con coinvolgimento pure dal personale di polizia penitenziale, che si occupa dell’organizzazione. I detenuti presenti sono in buona parte del luogo quindi è davvero un’occasione di vicinanza alla città, alle sue processioni, che restano un patrimonio religioso ma anche culturale, sociale, affettivo, imprescindibile per i tarantini”.